FIRENZE – Sono state presentate alla V edizione del Salone dell’arte e del Restauro in corso alla Fortezza da Basso a Firenze, alcune tecniche innovative per tutelare e ripristinare il patrimonio artistico danneggiato. Si tratta di di tecniche avanzate di biorestauro, che permettono di lavorare sulle opere d’arte, utilizzando sostanze naturali invece di prodotti chimici. Un metodo che prevede l’uso di microrganismi capaci di rimuovere depositi di varia natura, con indubbi vantaggi in termini di selettività dell’intervento, sicurezza per l’opera d’arte, non tossicità per i restauratori, basso costo e ridotto impatto ambientale.
Un team di ricerca dell’Istituto per l’arte e il Restauro-Palazzo Spinelli di Firenze ha presentato un particolare metodo innovativo e ‘green’ per il restauro di libri e di altre opere cartacee. Questo tipo di restauro prevede l’utilizzo di una speciale alga rossa, chiamata “Funori”, originaria delle aree costiere di Giappone, Cina e Corea, grazie alla quale è possibile restituire collante alla carta, facendo a meno dei prodotti sintetici. Questa tecnica non aggredisce il materiale cartaceo e assicura una maggiore resistenza a muffe e umidità, nel tempo.
Per la conservazione e la pulizia dei beni culturali ampio utilizzo del laser, un sistema questo che permette di rimuovere sporco e incrostazioni dalle superfici e può essere utilizzato su un gran numero di materiali. Interventi di questo tipo sono stati eseguiti per restaurare il fregio della porta del Paradiso del Battistero di Firenze, per le dorature della porta nord del Battistero e per le catacombe romane.
Ma la vera innovazione della tecnologia laser, riguarda la diagnostica avanzata. Questa tecnica permette di rilevare a distanza le caratteristiche morfologiche e di colore di un’opera d’arte e di ricostruirne un’immagine tridimensionale, con risoluzioni superiori rispetto ai dispositivi convenzionali, offrendo anche la possibilità di individuare eventuali danneggiamenti.
Infine, in questa prima giornata, si è parlato anche dell’utilizzo di un particolare polimero composito, utilizzato generalmente nell’edilizia, per restaurare i mosaici. L’utilizzo di questa sostanza andrebbe a sostituire quello del cemento, con un risultato decisamente più omogeneo e gradevole.