MACERATA – Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini si è recato nella zona rossa del comune di Camerino, in provincia di Macerata, dove è stato accolto dal sindaco Gianluca Pasqui, che ha illustrato al ministro l’attuale situazione della cittadina, che ospitava prima del 30 ottobre, 7 mila abitanti.
Al momento il centro storico è invece disabitato, la maggior parte delle case e dei palazzi sono lesionati.
Il ministro è arrivato davanti alla Chiesa semidistrutta di Santa Maria in Via, dove la cupola è parzialmente crollata qualche giorno fa a seguito delle ripetute scosse di terremoto. A proposito di questo il sindaco Pasqui ha commentato: “Se gli interventi fossero stati tempestivi, la cupola non sarebbe crollata. Questi edifici rappresentano la nostra storia, la comunità stessa. Senza storia, non c’è più la comunità. Se crolla Santa Maria in Via, mia figlia non avrà più nulla – ha detto il sindaco – Dovete intervenire immediatamente”.
A tal proposito Franceschini ha risposto che i tecnici hanno lavorato senza fermarsi un solo giorno e ha assicurato che tutte le opere d’arte che, dopo le scosse, sono state trasferite in depositi temporanei, torneranno nei luoghi di provenienza. Questo compatibilmente con gli interventi di restauro e tutela necessari per ogni oggetto. “Non si ripeteranno gli errori del passato – ha detto il ministro – insieme ai sindaci dei vari territori stabiliremo dei tavoli dei percorsi e degli spazi idonei per ospitare le opere. Ad Ancona sono 700 quelle che fino ad ora arrivate dai centri terremotati”. Per Franceschini sul fronte del recupero artistico si tratta di mettere in campo un’operazione titanica, visto che nelle regioni colpite dal sisma sono state danneggiate oltre 3 mila chiese, con tutte il loro patrimonio.
La Chiesa di di Santa Maria in Via conserva numerose opere d’arte del Quattrocento e Cinquecento che i vigili del fuoco contano di cominciare a prelevare da domani.
“I territori possono tornare a rinascere, ad attrarre il turismo culturale, e si può offrire tranquillità alla popolazione con interventi che non cambino la bellezza di questi centri storici. Ovviamente servono risorse e serve tempo” – ha detto Franceschini aggiungendo: “Le opere d’arte momentaneamente trasferite torneranno tutte a casa. Sono pezzi dell’identità. Non esiste che possa accadere neanche in un solo caso che non tornino nel territorio”. “C’è contemporaneamente il problema immediato del luogo del deposito e del restauro – ha continuato il ministro -. In gran parte le opere sono rimaste ora nei depositi della Curia. Faremo il possibile perché restino nei territori anche nella fase del deposito e restauro. Sui tempi è impossibile dire qualcosa. Basta guardarsi intorno. So bene che i sindaci sono al fronte, perché hanno le pressioni da parte dei cittadini. Un po’ di tensione è normale” – ha concluso Franceschini.