ROMA – Si sono svolti il 20 dicembre, presso l’Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia a Roma, gli Stati Generali della Cultura, organizzati da “Il Sole 24 ore”. Focus di questa quinta edizione è stato l’Art Bonus introdotto nel 2014 per incentivare il mecenatismo e le donazioni a sostegno della cultura e dello spettacolo beneficiando di un credito d’imposta.
Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, intervistato dal Direttore del Il Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, ha evidenziato alcuni aspetti significativi. Innanzi tutto ha spiegato Franceschini: “I numeri dei musei sono enormemente in crescita + 5 milioni di visitatori in due anni. Quest’anno prevediamo di chiudere a 45 milioni, per i musei statali ovviamente. Eravamo partiti partendo da 38”. Il ministro ha inoltre annunciato un’idea alla quale gli “piacerebbe lavorare”. Ricordando che il mecenatismo è nato in Italia per sostenere i talenti del Rinascimento, ha quindi spiegato: “Mi piacerebbe immaginare un meccanismo per cui l’impresa ha un vantaggio fiscale se aiuta la crescita e la formazione dei giovani artisti italiani”, e non solamente le istituzioni culturali.
Quanto alla richiesta di estendere il più possibile il bonus fiscale, Franceschini ha evidenziato la necessità di compiere “passaggi graduali”, soprattutto a causa delle relative necessarie coperture. “Ma abbiamo fatto passi significativi”, ha puntualizzato ancora il Ministro, ricordando che non si tratta più “di una roba a termine, sperimentale, ma confermata al 65 per cento”. Perplessità sono state espresse per questo motivo circa la proposte di estendere il credito d’imposta agli eventi: “Penso che nell’immediato non ci sia la possibilità di estendere l’Art bonus a tutte le attività culturali, ma si debba procedere per settori. Per esempio, si può pensare alla prosa per i teatri, perché sono attività che si possono quantificare”.
Franceschini ha inoltre aggiunto che “nei prossimi anni una città destinata a una grandissima crescita è Napoli. Se deciderà di investire in cultura, può aspirare a diventare in tempi brevi a essere una delle capitali mondiali del turismo. Ma servono scelte conseguenti. Milano – ha detto il Ministro – è riuscita a investire e ha fatto un’operazione che ha cambiato la sua immagine nel mondo. Per il turismo cinese è la prima città italiana. È la dimostrazione che una città a forte vocazione industriale cresce anche investendo in cultura. Torino – ha detto Franceschini – si è riconvertita ed è una delle città che attrae più turisti”.
Infine sul tema delle periferie, Franceschini ha sottolineato: “E’ al centro delle attività del ministero dall’inizio tanto è vero che nella riforma abbiamo creato una direzione generale che si occupa di periferie urbane, che non c’è mai stata e che sta lavorando su una serie di progetti molto concreti”.
E a proposito di questo tema, il Vicesindaco di Roma, Luca Bergamo ha parlato di politiche di promozione e di elementi “che consentano incentivino l’investimento privato nelle zone che ne hanno più bisogno dal punto di vista della coesione sociale” . Questo discorso – ha detto Bergamo – “va fatto e deve essere anche incorporato in forme di revisione dell’Art bonus, per capire come l’investimento in zone meno servite dalle iniziative culturali riceva dalla normativa stessa dei benefici particolari. Non abbiamo solo bisogno di stabilire un rapporto tra pubblico e privato, ma che questo vada a finire in un determinato posto”.