MACERATA – Si è svolto nella giornata del 4 gennaio un incontro a Macerata fra i sindaci dei centri terremotati, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il dirigente generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia, Fabrizio Curcio e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Tema dell’incontro è stato la possibilità di fruire dei beni culturali delle Marche, colpiti dal sisma, negli stessi territori, evitando che questi siano riuniti in un unico deposito ad Ancona per ritornare nei luoghi di origine solo tra qualche anno. Dunque l’incontro ha portato ad una intesa per cui dipinti, sculture, arredi e pale d’altare salvati dal sisma nelle chiese e nei palazzi storici delle province più colpite (Macerata, Ascoli Piceno e Fermo) resteranno nei territori, in tre-quattro o forse più depositi, adeguatamente sicuri, in modo che possano essere conservate, restaurate e possibilmente fruite dai residenti e dai turisti. Dunque nessuna ”spoliazione” dai centri terremotati delle Marche.
Spiega il sindaco di Macerata Romano Carancini: ”Non abbiamo niente contro Ancona ma chiediamo che le opere restino ‘abbracciate’ ai territori, e possano fare da volano ad una nuova economia dei beni culturali, ad un marketing territoriale che aiuti i nostri centri a risollevarsi”. Si pensa dunque a depositi aperti al pubblico, dove magari i visitatori possano assistere in diretta alle operazioni di restauro, come avviene nei grandi musei internazionali. “Una strategia certo più impegnativa e costosa del semplice ricovero delle opere in luoghi antisismici climatizzati – sottolinea il sindaco – ma la ferita che abbiamo subito è grande, e non possiamo scegliere scorciatoie”.