MILANO – Il libro che viene presentato, Franca Ghitti, a cura e con un saggio introduttivo di Elena Pontiggia, Skira, Milano 2016 costituisce il primo tentativo di lettura globale dell’opera dell’artista Franca Ghitti, lombarda di origine camuna, artista di respiro e livello internazionale, attiva a partire dagli anni ‘50 con mostre in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.
Le sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (Bosco, tre alberi in ferro di grandi proporzioni, primi anni 2000) e i Musei Vaticani (Mappa numerica, 1982 e Libro fasciato, 2010).
Elena Pontiggia che nel suo saggio introduttivo prende in esame la complessa opera della scultrice a partire dalle sue primissime opere sino alla morte avvenuta nel 2012, così scrive di lei: “La scultura di Franca Ghitti insegna la ricerca di alfabeti che non si trovano nei libri, il valore dei materiali di scarto, il significato del gesto anonimo e disadorno, la diversità delle forme che sembrano uguali. Insegna che le mani sanno quello che la mente non capisce, mentre il linguaggio dei segni custodisce qualcosa che le parole non registrano”.