FIRENZE – E’ da oggi online sul sito del museo, il secondo capitolo del percorso virtuale “On Being Present”, la rassegna di mostre virtuali, che celebrano l’importanza della cultura black nella storia italiana, curata da Justin Randolph Thompson, direttore del Black History Month Florence.
Protagoniste ne sono riproduzioni e dettagli ad alta definizione di dipinti e disegni realizzati tra Cinque e Seicento, raffiguranti personaggi black: come, appunto, il disegno di Mantegna Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne, quello con cui Dürer tratteggia la giovane domestica Katerina, la tela David e Betsabea di Artemisia Gentileschi, ma anche il capolavoro appena ritrovato ed acquistato dagli Uffizi del pittore Bolognese Bartolomeo Passerotti, L’enigma di Omero, l’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi, la Caccia del Persiano di Filippo Napoletano, l’Allegoria dell’America di Baldassarre Franceschini, l’insolito e colorato Moro di Barbaria di Jacopo Ligozzi.
L’ipervisione costituisce la partecipazione delle Gallerie alla sesta edizione del Black History Month Florence 2021. Anche lo scorso anno il museo aveva preso parte all’iniziativa; oltre che con il ”volume I” dell’ipervisione, gli Uffizi avevano contribuito con una serie di video pubblicati su facebook ed una diretta su TikTok. Proprio quella mostra virtuale è stata la più vista delle Gallerie in tutto il 2020, con oltre 270mila visualizzazioni; in aggiunta, circa 100mila persone hanno seguito la diretta TikTok.
“La seconda edizione della nostra iniziativa – spiega Thompson – vuole essere un invito ad unirsi a questa cerchia di cui tutti dobbiamo sentirci parte, se l’intenzione è quella di parlare con onestà del passato, comprendere ognuno quale sia il proprio ruolo ogni qualvolta si dà voce alle opere d’arte che ci circondano e apprezzare l’assoluta eccezionalità ed unicità con la quale ogni individuo è ed è stato ricordato nell’arte”.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, commenta: “Continuiamo nel solco del grande successo della prima edizione di ‘On Being Present’ aggiungendo un secondo appuntamento che mostra i nostri dipinti in una luce inedita, diversa da quella tradizionale: una luce storica e allo stesso tempo sociale che ci permette finalmente di restituire voce a chi, per secoli, non è stato ascoltato o non aveva nemmeno la possibilità di esprimersi”.