MILANO – Grazie a un progetto scientifico in corso presso l’Università Statale di Milano è stata scoperta una clamorosa menzione di una terra situata al di là dell’Oceano Atlantico, in un manoscritto medievale del domenicano Galvano Fiamma risalente al 1340 circa, quindi ben 150 anni del viaggio di Colombo.
Il testo in questione si chiama “Cronica universalis”. All’interno di quest’opera, oggetto di studio da parte del progetto, si trova il riferimento a una terra di nome Marckalada, certo da identificare con quella chiamata Markland nelle saghe norrene.
Ecco la traduzione italiana del passaggio di Galvano, scritto originariamente in latino: “I marinai che percorrono i mari della Danimarca e della Norvegia dicono che oltre la Norvegia, verso settentrione, si trova l’Islanda. Più oltre c’è un isola detta Grolandia…; e ancora oltre, verso occidente, c’è una terra chiamata Marckalada. Gli abitanti del posto sono dei giganti: lì si trovano edifici di pietre così grosse che nessun uomo sarebbe in grado di metterle in posa, se non grandissimi giganti. Lì crescono alberi verdi e vivono moltissimi animali e uccelli. Però non c’è mai stato nessun marinaio che sia riuscito a sapere con certezza notizie su questa terra e sulle sue caratteristiche”. È probabile che la notizia giunga a Galvano da Genova, città con cui lo scrittore aveva contatti, e che i marinai di cui si parla siano navigatori genovesi che commerciavano con le regioni del nord.
Ma come spiega professore Paolo Chiesa, docente di Letteratura latina medievale e umanistica, che ha coordinato le ricerche, “la menzione dell’America è solo una delle sorprese che riserva la ‘Cronica universalis’ di Galvano Fiamma, anche se probabilmente è la più clamorosa. Si tratta di un’opera inedita, sulla quale abbiamo costruito un progetto didattico cui hanno collaborato parecchi studenti con le loro tesi, dividendosi la trascrizione del manoscritto e la resa in pulito del testo. Gli studenti hanno imparato molto da questa esperienza, e hanno ora anche la soddisfazione di vedere che il loro lavoro ha un esito scientifico sorprendente”.
La prossima tappa della ricerca è la pubblicazione dell’intero manoscritto. A coordinare questa parte del lavoro è Federica Favero, assegnista di ricerca, che spiega: “Il manoscritto dell’opera si trova negli Stati Uniti, ed è di proprietà privata. È stato perciò necessario recarsi sul luogo: il proprietario ci ha autorizzati a fotografare l’intero codice, e abbiamo lavorato sulla base di queste fotografie. Si tratta ora di uniformare le trascrizioni prodotte dalle tesi a uno standard editoriale scientifico, di approfondire i punti oscuri rimasti e di corredare il testo del necessario commento; fatto questo, la ‘Cronica universalis’ sarà a disposizione di tutti, come merita di essere”.