LONDRA – Quelli trascorsi a Londra (1873 al 1876) furono per Van Gogh “gli anni più felici della sua vita”, come scrisse lo stesso pittore al fratello Theo. La grande mostra “Van Gogh and Britain”, ospitata alla Tate Britain di Londra, attraverso 50 opere, intende illustrare proprio come la vita nella capitale inglese influenzò il giovane artista olandese.
Van Gogh arrivò a Londra poco più che ventenne per lavorare nella sede inglese del mercante d’arte Goupil & Cie e dove perfino s’innamorò di EugÈnie Loyer, figlia della sua affittacamere.
Il pittore rimase particolarmente affascinato dalla cultura dell’età vittoriana, dalla pittura di John Constable e John Everett Millais, dalla letteratura di Charles Dickens e George Elliot. Dickens ebbe un particolare ascendente sull’immaginario di Van Gogh, tanto che nell’ultima delle sei versioni de “L’Arlèsienne – Madame Ginoux avec des livres”, realizzata a Saint-Rèmy de Provence nel 1890, appaiono in primo piano due libri dell’amato scrittore.
La mostra riunisce opere provenienti da importanti collezionipubbliche e private mondiali. Sono esposti capolavori come l’“Autoritratto” del1889 (National Gallery of Art di Washington) e la ”Nuit Ètoilèe sur le Rhùne” del 1888 (Musèe d’Orsay di Parigi); ma anche i celeberrimi “Girasoli in vaso” del 1888 (National Gallery di Londra) e due dipinti raramente prestati come ”Alle soglie dell’eternità” (Kröller-Müller Museum di Otterlo) e “L’esercizio dei prigionieri” (Museo Pushkin di Mosca), realizzati durante il periodo vissuto in manicomio a Saint-Rèmy de Provence.
La mostra si focalizza anche sull’influenza esercitata da Van Gogh sugli artisti inglesi del ‘900, come Walter Sickert e il Camden Town Group, Matthew Smith, Christopher Wood e David Bomberg, fino a Francis Bacon. Di Bacon sono in mostra diversi ritratti, basati su un autoritratto di Van Gogh andato distrutto durante la seconda guerra mondiale e noto solo grazie ad alcune testimonianze fotografiche.