ROMA – Aumentano gli italiani che scelgono la cultura. È quanto emerge dai dati del 12esimo rapporto Annuale Federculture, Impresa Cultura, illustrato oggi al Maxxi di Roma dal direttore di Federculture, Claudio Bocci. Rispetto al 2014 la spesa delle famiglie italiane per la “cultura” in generale è cresciuta del 4%, mentre c’è stato un incremento del 6% rispetto al 2013. Sono dunque aumentati i cittadini che hanno scelto di trascorrere il proprio tempo libero in luoghi di cultura. Coloro che hanno visitato musei e mostre sono cresciuti del 7% rispetto al 2014, per il teatro l’incremento è stato del +4% e per i concerti del +6%. Inoltre sono aumentati dell’8% sul 2014 e del 16% sul 2013 quelli che hanno visitato siti archeologici.
Un dato particolarmente positivo è che la crescita nel settore culturale riguarda in particolare i giovani. Nel 2015, rispetto al 2014, nella fascia di etá 15-17 anni la fruizione teatrale è aumentata del 16,6% e quella dei musei del 10,6%; in quella 20-24 anni si registra per il teatro una crescita dell’11,4%, per musei e mostre un +14,3%, nei concerti di musica classica un +8,2%”.
Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, il Trentino Alto Adige risulta essere la regione in testa per spesa culturale, seguono Emilia Romagna e Lombardia, mentre il Sud risulta essere il fanalino di coda. Sono invece 11 milioni gli italiani che si sono astenuti dall’intrattenimento culturale.
Il Rapporto sottolinea comunque che nonostante ci sia stata “una tendenza all’investimento e alla promozione della crescita del settore e una chiara disponibilità a considerare la cultura come un valore per il Paese è necessario approfondire e intensificare le azioni intraprese per renderle più efficaci nel raggiungimento degli obiettivi”.
Il presidente di Federculture,Andrea Cancellato, ha dichiarato: “La cultura è tornata ad essere una risorsa per il nostro Paese. La tendenza in corso è inequivocabile e, per parte nostra, deve essere rafforzata con politiche e iniziative adeguate”. “Per la prima volta, dopo parecchi anni, almeno dopo il ministero Urbani – ha continuato Cancellato – c’è una politica ministeriale di respiro strategico che fin dal primo giorno ha posto i termini della questione così come abbiamo sempre auspicato: ovvero valorizzazione di uno dei maggiori fattori competitivi dell’Italia e necessario impegno di promozione della conoscenza e formazione del Paese e soprattutto dei suoi giovani. È iniziato un periodo con il segno ‘più’ dopo anni di magre, anche se non manca anche qualche segno ‘meno’. Ha detto ancora Cancellato.
Il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, in un messaggio inviato alla presentazione del Rapporto, ha dichiarato: “La ripresa dei consumi culturali è ormai un dato stabile e consolidato. Se il 2015 ha segnato il record assoluto di 43 milioni di visitatori nei musei statali, il 2016 si appresta a chiudere con un nuovo primato: nel primo semestre i visitatori sono aumentati del 4% e gli introiti del 10%”.
Giovanna Melandri, direttore del Maxxi ha invece commentato: “Ci rincuora il rapporto di Federculture, ma c’è ancora molto da fare per favorire la fruizione della cultura di 11 milioni di persone, una delle proposte possibili è quella di rendere detraibili, come i medicinali, le spese della cultura. La cultura è la medicina dell’anima”.