SIENA – Viene presentato, sabato 16 novembre, nel Palazzo Comunale di San Gimignano, nel corso del convegno dal titolo “La cura del patrimonio di San Gimignano”, il restauro della pala d’altare “Madonna col bambino e santi”, capolavoro di Benozzo Gozzoli realizzato nel 1466. Interverranno il sindaco Andrea Marrucci, l’assessore alla cultura Carolina Taddei, Felicia Rotundo della Soprintendenza e i restauratori Nadia Presenti, Mario Verdelli e Roberto Buda.
L’opera è stata restaurata utilizzando nuove metodologie, in particolare è stata testata la tecnica del “sottovuoto localizzato”, che permette l’intervento sul posto senza spostare l’opera. La pala è stata dunque restaurata all’interno della Pinacoteca dei Musei Civici di San Gimignano, con la partecipazione dell’Opificio delle Pietre Dure e con la collaborazione del Cnr.
In particolare sono stati consolidati gli strati di colore ed è stato restaurato anche il supporto della tavola, composta dall’unione di quattro assi in legno di pioppo. “Le traverse del supporto ligneo – spiega una nota – risultavano essere troppo rigide e determinavano tensioni sulla superficie pittorica che mostrava segni di instabilità. Sono state dunque sfilate dalle loro sedi e scomposte in tre sezioni longitudinali, ricollegate poi con elementi elastici, per ottenere un miglior rapporto tra di esse e il tavolato e garantire un miglior stato di conservazione al dipinto”.
La pala si contraddistingue per il felice connubio, caratteristico dell’autore, tra la moderna misura rinascimentale appresa da Beato Angelico, e il profuso decorativismo che esalta la ricchezza e la preziosità dei materiali (oro, tessuto, gioielli), discendente dal filone tardogotico di Gentile da Fabriano e dello stesso Angelico, rivitalizzato dal confronto con i virtuosismi ottico-luministici dei contemporanei esempi fiamminghi.
L’opera, oggi priva di cornice e predella, è stata eccezionalmente presentata nel 2016 in occasione della mostra “Benozzo Gozzoli a San Gimignano”, con la sua predella originaria, i cui tre scomparti sono stati per la prima volta ricomposti grazie ai prestiti concessi dai musei proprietari (il Musée du Petit Palais di Avignone, la Pinacoteca di Brera di Milano e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid).