MASSA CARRARA – Torna a casa, ad Avenza, parrocchia di tredicimila anime in quel di Massa Carrara, un capolavoro quattrocentesco, un meraviglioso trittico commissionato nel 1438 per la chiesa ma che, da diversi secoli, non era più al suo posto.
L’opera è stata riscoperta e acquistata nel 2018 ad un’asta di Christie ’s a Londra, da Matteo Salamon, gallerista e appassionato storico dell’arte, che l’ha riportata in Italia, a Milano alla Galleria Salamon.
Il parroco della chiesa di Avenza, Don Marino, venuto a conoscenza del ritorno in Italia del trittico, si è imbarcato nella “folle impresa” di racimolare la cifra di 160 mila euro, per riportare a casa le effigie dei tre santi protettori del luogo: San Pietro Apostolo, Sant’Antonio Abate e Maria Maddalena.
Don Marino ha quindi aperto un conto corrente dedicato a questa “impresa”, presso la filiale di Avenza della Banca Carige e il suo appassionato appello non è caduto nel vuoto: c’è chi ha dato anche solo 30 euro, non potendo di più, e chi ha offerto cifre un pochino maggiori. Fatto sta che, goccia dopo giaccia, quello che sembrava un miraggio si sta trasformando in realizzazione.
Qualche aiuto è venuto anche da fuori parrocchia, man mano che la notizia della “folle impresa” ha cominciato a diffondersi.
L’opera, ricomposta e perfettamente restaurata da Loredana Gallo, appare davvero notevolissima, come del resto aveva già notato Federico Zeri, che l’aveva ammirata in occasione dell’asta newyorkese, attribuendola al Maestro di Sant’Ivo. Il trittico è un raro “oro di metà”, il fondo su cui si stagliano le tre figure è, infatti, realizzato per metà in oro e metà in argento, ottenendo così una luminosità del tutto particolare.
“E’ – afferma don Marino “un’opera profonda e coinvolgente che ti parla di bellezza, di arte e di devozione e civiltà”.
“Ritrovare un’opera di questo livello e poterla riportare esattamente nel luogo per la quale è stata concepita più di 500 anni fa è il sogno di un’intera carriera. E’ un pezzo della storia dell’arte italiana e fiorentina che può finalmente, tornare nella sua casa” – sottolinea Matteo Salamon.
Le vicissitudini dell’opera
Il Trittico fu commissionato all’artista noto come Maestro di Sant’Ivo, nel 1438 da Pietro di Giovanni Ringli, castellano di origine svizzera, qui inviato da Francesco Sforza a presidiare la Francigena.
Nei secoli, l’opera è stata oggetto di molti passaggi di mano: non si sa in quale circostanza e perché sia stata tolta alla parrocchiale e alla devozione dei fedeli di Avenza, fatto sta che le prime notizie portano a Genova nella metà dell’Ottocento, città che all’epoca dominava il Massese. Sul finire del secolo la si ritrova a Roma, dove, nel metterla in vendita e facilitarne l’acquisto, il trittico venne smembrato, per la possibilità di cedere singolarmente le tre figure. Ad acquisire tutte e tre le parti fu un collezionista tedesco, poi trasferirsi in America, salvo tornare, con la sua collezione, nel 1956 in Germania. Nel 1996 il trittico, passato ad altra famiglia tedesca, venne battuto da Sotheby’s a New York. Infine la ricomparsa sul mercato a Londra e il ritorno in Italia grazie all’acquisto deciso da Matteo Salamon.
La presentazione dell’opera ad Avenza
Sabato 30 novembre alle ore 18 si svolgerà la S. Messa celebrata da S.E Mons. Giovanni Santucci. Alle ore 21, il convegno: “Storia di un Miracolo” con la partecipazione di: Angelo Tartuferi, Matteo Salamon, Valentino Anselmi, Pietro Di Pierro, don Luca Franceschini.
Domenica 1° dicembre alle ore 16 la Santa Messa Solenne pontificale presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Salvatore De Giorgi Arcivescovo Emerito di Palermo. Con la partecipazione di: S.E. Giovanni Santucci, S.E. Mons. Eugenio Binini, S.E. Guglielmo Borghetti, S.E. Mons. Alberto Silvani; del Clero, delle Associazioni civili e militari. Al termine la Parrocchia offrirà una festa per tutti a “Casa Pellini”. Accensioni delle luci di Natale con l’accompagnamento della Filarmonica: “Giuseppe Verdi” di Carrara.