ROMA – E’ stato ultimato il restauro di un vero e proprio gioiello di arte etrusca, l’urna di Monte Abatone, uno dei reperti più emblematici delle collezioni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Si tratta di un’urna cineraria in terracotta risalente alla seconda metà del VI secolo a.C., raffigurante una figura femminile distesa su un kline, l’antico letto conviviale su cui si distendevano gli invitati ai banchetti.
Il reperto doveva, con molta probabilità, contenere i resti di una donna etrusca dell’alta società, vissuta e morta nell’antica Caere, l’attuale Cerveteri. Un manufatto molto ricercato che restituisce un’immagine precisa di come amavano essere rappresentate le donne del tempo: accessori curati e gioielli vistosi denotano lusso e desiderio di esibire il proprio status sociale.
Il restauro
L’intervento di restauro, realizzato dalla ditta CO.RE.CO con il coordinamento del Servizio Restauro del Museo, è stato particolarmente complesso e accurato, vista soprattutto la fragilità dell’opera, ricomposta da diversi frammenti.
L’obiettivo è stato quello di garantire la conservazione a lungo termine del reperto e la restituzione della leggibilità della forma e della superficie ai fini della comprensione del significato dell’oggetto.
L’intervento ha comportato, oltre alla pulitura, il consolidamento delle linee di frattura, lo smontaggio di alcune parti, la ricomposizione del manufatto con relativa integrazione, stuccature e protezione finale. È stato inoltre progettato e realizzato un nuovo supporto, le cui caratteristiche tecniche sono state concordate in relazione alla particolare complessità dell’opera.
Il restauro è stato possibile grazie al contributo di Q8, una partnership coerente con la missione del museo che ha tra i propri obiettivi non solo la tutela, la valorizzazione e l’accessibilità del patrimonio culturale di propria competenza, ma anche il coinvolgimento attivo della comunità, dei cittadini e lo sviluppo di stretti legami con il territorio, incoraggiando così la formazione di comunità patrimoniali nello spirito indicato dalla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro 2005). “Questa partnership – afferma Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – si fonda sulla consapevolezza dell’importanza di valorizzare le specificità, di dialogare con il territorio anche attraverso il sostegno di progetti che permettono una migliore leggibilità e comprensione del nostro passato. Siamo grati a Q8 per aver sposato la nostra filosofia e di averci consentito di restituire al pubblico in forma ancora più “seducente” un’opera straordinaria, davvero unica nel suo genere poiché, come il celebre Sarcofago degli Sposi, ci aiuta a comprendere in ogni suo dettaglio l’immagine e il ruolo nella società di una donna etrusca”.
“Siamo molto orgogliosi di aver sostenuto questo progetto di restauro – spiega Livio Livi, Consigliere di Amministrazione e Direttore Risorse Umane e Relazioni Esterne di Q8 – “Q8 conferma così il suo impegno nella sostenibilità intesa in tutte le sue dimensioni: siamo convinti che le imprese svolgano un ruolo non solo economico, ma anche sociale a sostegno della comunità e del territorio. Il museo ed in particolare l’opera in questione, poi, ci aveva particolarmente colpito per il ruolo paritario e quindi all’avanguardia che le donne ricoprivano nella società etrusca: una testimonianza ante litteram all’idea di inclusione che condividiamo anche nella nostra Azienda”.
Vademecum
L’opera restaurata si potrà ammirare in esclusiva, fuori dalla vetrina, nei giorni di giovedì 21 e martedì 26 ottobre, negli orari 12.00 e 16.00, nella Sala della Fortuna, con possibilità di scoprire dettagli del restauro a cura della funzionaria restauratrice Miriam Lamonaca e delle restauratrici della ditta DE.CO.RE che hanno curato l’intervento.
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Roma, Piazzale di Villa Giulia, 9
Apertura martedì-domenica
Orario 9 -20
Ultimo ingresso ore 19.00
Chiusura sale espositive ore 19.30
www.museoetru.it