Milano rende omaggio al suo stilista più iconico con la prima mostra dedicata a Giorgio Armani dopo la sua scomparsa, in un contesto senza precedenti: la Pinacoteca di Brera. A un anno dai cinquant’anni della Maison, l’istituzione culturale più prestigiosa della città ospita per la prima volta una retrospettiva su Armani, offrendo un dialogo straordinario tra moda e arte, tra contemporaneità e tradizione, tra l’essenzialità dello stile e la grande pittura italiana. Dal 24 settembre e fino all’11 gennaio, 133 creazioni dialogano con i maestri del Rinascimento. Tra i pezzi esposti, il completo di Richard Gere in “American Gigolo” e gli abiti da Oscar di Sharon Stone. Intitolata “Giorgio Armani: Milano, per amore”, l’esposizione rappresenta un unicum nella storia della Pinacoteca, che per la prima volta apre le sue sale alla moda, riconoscendola pienamente come forma d’arte decorativa. La mostra ripercorre l’evoluzione stilistica di Giorgio Armani, facendo vivere gli abiti all’interno di un percorso che si snoda tra opere d’arte dal Medioevo all’Ottocento.

Un legame profondo con Brera
Non è un caso che questa prima esposizione postuma si svolga proprio a Brera. Armani aveva un legame profondo con il quartiere, scelto per vivere e lavorare, ammirandone il carattere colto ma vitale, elegante eppure libero. Un’anima che rispecchiava perfettamente la sua visione della moda. Già nel 1993, l’Accademia di Belle Arti di Brera lo aveva omaggiato con un titolo accademico, riconoscendone la coerenza creativa e il rigore formale. “Giorgio Armani è stato una delle espressioni più alte della creatività italiana… In lui vive l’anima stessa di Milano e di Brera”, ha dichiarato Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca, spiegando la volontà di celebrare il maestro anche oltre la sua scomparsa. “Una mostra può essere vista in due modi – spiegava lo Giorgio Armani (tratto dal libro autobiografico Per amore)Da una parte c’è il soddisfacimento immediato dell’ego del creatore. Dall’altra c’è il valore didattico, la testimonianza unica che puoi offrire al pubblico, ma soprattutto ai giovani creativi, attraverso la tua opera: una sensazione che dura e appaga. Ecco, io sono interessato a questo secondo aspetto.”


Una moda che dialoga con l’arte
La mostra si distingue per la sua ambientazione unica: gli abiti non sono semplicemente esposti, ma dialogano con i capolavori della Pinacoteca, in un continuo scambio di forme, colori, texture e significati. I manichini, volutamente invisibili, lasciano che siano gli abiti a raccontare storie, evocando silhouette senza mai imporsi, in un allestimento che rispetta e valorizza la delicatezza dell’ambiente museale. “Sarà un unicum: un dialogo fra Giorgio Armani, il museo e il patrimonio artistico custodito”, sottolinea Chiara Rostagno, vicedirettrice della Pinacoteca. Le creazioni in mostra provengono dall’ARMANI/Archivio, un patrimonio che custodisce cinquant’anni di ricerca e innovazione. Tra abiti storici e nuove scoperte mai esposte prima, la mostra evidenzia i tratti distintivi di Armani: la reinterpretazione della sartorialità, l’amore per i colori neutri, la decorazione raffinata e mai eccessiva, l’equilibrio tra funzione ed estro creativo.










