Dall’11 novembre 2025 il Museo di Palazzo Grimani apre le porte a un nuovo capolavoro della pittura seicentesca: la Samaritana al pozzo di Luca Giordano (Napoli, 1634 – 1705), ora parte integrante della collezione permanente del museo veneziano. L’opera, recentemente restaurata e restituita alla sua originaria luminosità, rappresenta non solo un importante arricchimento per la quadreria di Palazzo Grimani, ma anche la conclusione di un lungo percorso di tutela, studio e valorizzazione condotto dal Ministero della Cultura e dai Musei Archeologici Nazionali di Venezia e della Laguna.
Dal fallimento di una casa d’aste alla rinascita pubblica
La storia recente della Samaritana al pozzo è complessa e significativa. Custodita per anni da una società privata nell’ambito del fallimento di una casa d’aste veneziana, l’opera era stata dichiarata di interesse culturale nel 2018, a seguito della segnalazione alla Soprintendenza. Dopo un iter articolato di verifiche e valutazioni, nel 2021 il Ministero della Cultura ne ha disposto l’acquisizione, garantendone così la salvaguardia e la fruizione pubblica. Nel 2022 il dipinto è stato infine assegnato a Palazzo Grimani, museo che conserva importanti testimonianze della storia artistica e collezionistica della famiglia Grimani. La collocazione non è casuale: Luca Giordano ebbe legami diretti con i Grimani, in particolare con il cardinale Vincenzo Grimani (1655–1710), viceré di Napoli e mecenate del pittore. Tale connessione storica rende oggi la presenza dell’opera nel palazzo un ritorno simbolico e coerente con la tradizione collezionistica della famiglia.


Un capolavoro del classicismo seicentesco
Il dipinto a olio raffigura con intensa espressività l’incontro tra Cristo e la Samaritana, episodio evangelico che Giordano interpreta con equilibrio e introspezione. La composizione a chiasmo delle due figure, la delicatezza dei volti e la profondità cromatica testimoniano un momento di maturità dell’artista, in cui si fondono influenze romane – da Raffaello ai Carracci, da Pietro da Cortona a Carlo Maratta – con il colorismo veneziano appreso durante i suoi soggiorni nella Serenissima. Come sottolinea la storica dell’arte Valeria Finocchi, “la Samaritana al pozzo è un’opera della piena maturità di Giordano, in cui l’artista adotta il linguaggio classicista, con richiami alla statuaria antica e al Rinascimento romano. Giordano fu un maestro capace di spaziare tra i registri stilistici più diversi, dal classicismo al barocco più teatrale, senza mai perdere la propria identità”.
Il restauro: una rinascita tecnica e visiva
L’intervento di restauro, affidato alla veneziana Claudia Vittori, ha restituito al dipinto la sua integrità originaria dopo anni di alterazioni e ridipinture. L’analisi con luce UV e fotografia digitale ha rivelato la presenza di ritocchi antichi, probabilmente eseguiti per incrementarne il valore di mercato. Inoltre, il dipinto era stato montato su una seconda tela più grande, con la copertura dei bordi originali. Grazie a un meticoloso lavoro di rimozione di stucco, vernici ingiallite e ridipinture, sono riemerse porzioni autentiche della pittura di Giordano, restituendo al pubblico la ricchezza dei toni e la profondità luminosa tipiche del maestro napoletano. L’intervento si è concluso con una nuova verniciatura protettiva e un bilanciamento cromatico che esalta la coerenza compositiva dell’opera.

Una nuova vita a Palazzo Grimani
La Samaritana al pozzo troverà posto nella Sala da Pranzo del museo, accanto alla Natura morta con nautilus, limoni, prosciutto e calice del pittore fiammingo Jasper Geerards e al ritratto di Giovanni Grimani di Domenico Tintoretto. Questo nuovo allestimento intende ricreare lo spirito originario della collezione Grimani, arricchendola di suggestioni e dialoghi tra opere di epoche e provenienze diverse. “L’acquisizione e il restauro di quest’opera – spiega Marianna Bressan, direttrice dei Musei Archeologici Nazionali di Venezia e della Laguna – rappresentano un esempio concreto di collaborazione tra istituzioni, studiosi e restauratori, finalizzato alla tutela e alla condivisione del nostro patrimonio artistico. Il ritorno della Samaritana al pozzo a Palazzo Grimani è il coronamento di un percorso virtuoso di salvaguardia e conoscenza”.
Un convegno per raccontare il restauro
Alla vigilia dell’apertura al pubblico, il 10 novembre, il museo ospiterà un convegno dedicato al restauro e alla storia dell’opera, con interventi di Valeria Finocchi, Devis Valenti (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia) e della restauratrice Claudia Vittori.








