Dopo secoli di storia, restauri e spostamenti, il Dio Fluviale di Michelangelo trova finalmente una casa definitiva e degna del suo valore: dal 19 ottobre 2025, l’opera sarà esposta al pubblico nella sede storica dell’Accademia delle Arti del Disegno in via Orsanmichele, a Firenze. Il nuovo allestimento, che celebra uno dei più rari capolavori michelangioleschi sopravvissuti in materiale non lapideo, è il frutto di un lungo lavoro di restauro, progettazione architettonica e sostegno istituzionale. Concepito tra il 1526 e il 1527 come modello a grandezza naturale per le tombe medicee nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo, il Dio Fluviale è una figura distesa, maestosa e carica di rimandi alla scultura classica. Donato nel 1583 all’Accademia da Bartolomeo Ammannati per favorire lo studio dei giovani artisti, il modello in terra cruda, fibre vegetali e animali, caseina e filo di ferro ha attraversato secoli di attenzione, incuria e successivi restauri.


Il restauro e l’allestimento
Il restauro, reso necessario nel 2015 in occasione del prestito per la mostra I Medici e le Arti a Palazzo Strozzi, è stato affidato a Rosanna Moradei dell’Opificio delle Pietre Dure, con il sostegno dei Friends of Florence e sotto la direzione scientifica di Giorgio Bonsanti e Laura Speranza. Un lavoro complesso che ha previsto il consolidamento della struttura interna, la rimozione di una bronzatura alterante e un trattamento di pulitura altamente selettivo. Oggi, il Dio Fluviale riappare in tutta la sua forza espressiva e materica. La nuova sala, progettata dagli architetti David Palterer e Norberto Medardi dello studio P&M Architecture, è uno spazio intimo e meditativo. La scultura è collocata su una base lignea racchiusa in un parallelepipedo di vetro veneziano che evoca l’acqua, ed è dotata di congegni antisismici. Il design neutro e sobrio amplifica l’impatto visivo ed emotivo dell’opera, permettendo una fruizione ravvicinata e consapevole. Il modello di Michelangelo ha vissuto una storia affascinante, tra spostamenti, dimenticanze e riscoperte: dall’Accademia di Belle Arti alla Galleria dell’Accademia, fino alla Casa Buonarroti nel 1964, su sollecitazione del celebre studioso Charles de Tolnay. Un lungo percorso di conservazione e ricerca che si conclude oggi con un atto di restituzione pubblica e culturale.
Insieme a Granacci e alla bottega dei Sangallo
Il Dio Fluviale è ora affiancato da due preziose opere, entrambe conferite all’Accademia all’inizio dell’Ottocento: una lunetta con l’Adorazione dei pastori di Francesco Granacci, amico e compagno di giovinezza di Michelangelo, e un Crocifisso ligneo (ca. 1510-1520) della Bottega dei Sangallo, raro esempio scultoreo di grandi dimensioni, recentemente restaurato e restituito alla sua policromia originaria. L’apertura al pubblico, fissata per domenica 19 ottobre, avviene all’indomani della festa di San Luca, patrono degli artisti, a cui è intitolata la Cappella dei Pittori sotto la tutela dell’Accademia. La coincidenza non è casuale: celebra la missione dell’istituzione fondata da Giorgio Vasari nel 1563 per volontà di Cosimo I de’ Medici, la più antica accademia d’arte del mondo, nata per elevare il ruolo sociale degli artisti e favorire il dialogo sulle arti visive.


Info
La sala, con ingresso dedicato in via Orsanmichele 6, sarà visitabile nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì, con chiusura il giovedì.
Gli orari previsti sono:
- Inverno: 10.00–13.00 / 14.00–17.00
- Estate: 10.00–12.30 / 16.00–18.00
Per le aperture straordinarie nel fine settimana è consigliato consultare il sito ufficiale: www.aadfi.it.
L’ingresso prevede una donazione volontaria non inferiore a 5 euro.
Il progetto è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione CR Firenze, di donatori privati e del volontariato dell’associazione Amici dei Musei di Firenze, con il supporto diretto di professori e accademici.








