Ai Musei Capitolini, il dialogo inedito tra la scultura classica e la gioielleria della Maison francese racconta due millenni di bellezza, potere e metamorfosi. Dopo Milano, la tappa romana ha però un significato unico: qui il gioiello ritorna al suo archetipo, dialogando con le opere che per secoli ne hanno ispirato le forme e le proporzioni.
In che modo le creazioni Cartier degli anni Novanta prendono ispirazione dai gioielli delle matrone romane, caratterizzati da sfere d’oro e drappeggi armoniosi? Perché due gioielli Cartier realizzati nel primo ventennio del XX secolo si rifanno alla progettazione di Michelangelo per la Piazza del Campidoglio e all’armonia della “sezione aurea”? Perché nei primi anni del XX secolo, Cartier propone la tiara e la corona a ghirlanda utilizzando in modo innovativo il platino e illuminandole con diamanti se non per ispirarsi alla passione ottocentesca dell’oreficeria archeologica? Risponde a queste e a molte altre domande, dal 14 novembre 2025 al 15 marzo 2026 a Palazzo Nuovo ai Musei Capitolini — per la prima volta nella sua storia — la mostra temporanea. Cartier e il Mito ai Musei Capitolini che riunisce alcune delle creazioni più emblematiche della Maison Cartier in un confronto diretto con le sculture marmoree e i reperti classici della collezione capitolina.

Cartier Paris, eseguito su ordinazione, 1907
Platino, diamanti, perle naturali
Fatto per il matrimonio di Marie Bonaparte con il Principe Giorgio di Grecia e Danimarca nel 1907.
Provenienza: principessa Marie Bonaparte (1882-1962)
Collezione Cartier

Cartier Parigi, eseguita su ordinazione, 1922
Platino, diamanti, corallo, onice
Collezione Cartier
Curata da Bianca Cappello, storica del gioiello, dall’archeologo Stéphane Verger e dal Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce, la mostra è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Cartier, con il supporto di Zètema Progetto Cultura. L’allestimento è firmato da Sylvain Roca, mentre il contributo scenografico del maestro Dante Ferretti — tre volte premio Oscar — trasforma l’accesso al percorso espositivo in una scalinata teatrale, quasi un’ascesa verso il regno dei miti.
L’antico come linguaggio contemporaneo
Dalla metà dell’Ottocento, Cartier ha saputo trarre ispirazione dal repertorio formale e simbolico dell’antichità classica, traducendolo in un lessico moderno e universale. Nelle sue creazioni, il mito greco-romano non è semplice citazione, ma un codice vivente: un insieme di forme, proporzioni e allegorie che attraversano i secoli. La mostra capitolina racconta questa relazione secolare tra la Maison e il mondo antico, mettendo in scena un confronto visivo e concettuale fra gioielli e sculture: Afrodite e Dioniso, Apollo ed Eracle, Zeus e Demetra emergono dalle sale del museo come interlocutori ideali dei capolavori dell’alta gioielleria. Nei riflessi delle gemme si specchia la luce bianca del marmo, in un dialogo che interroga la natura stessa del bello, dell’ornamento e del potere.


Dai revival ottocenteschi alla contemporaneità
Il percorso espositivo attraversa quasi due secoli di storia creativa, dalle influenze neoclassiche e rinascimentali dei primi gioielli di Cartier fino alle reinvenzioni del XX secolo.
Gli anni della Belle Époque e dello stile a ghirlanda vedono l’antico come fonte di eleganza ideale; nei decenni modernisti dei primi del Novecento, le forme si fanno più geometriche, richiamando la severa armonia delle proporzioni classiche. Negli anni Quaranta, il ritorno dell’oro giallo e dei volumi scolpiti si lega all’immagine di una femminilità nuova, emancipata, mentre negli anni Settanta il mito diventa gioco, interpretazione libera, ponte verso una classicità reinterpretata con ironia. L’antico, dunque, non come repertorio statico, ma come materia viva, da modellare e da reinventare. Ed è forse questo il cuore della filosofia estetica di Cartier: la capacità di rendere attuale ciò che appartiene all’eternità.
La Cartier Collection: memoria e futuro di una Maison
L’esposizione romana attinge in larga parte alla straordinaria Cartier Collection, creata ufficialmente nel 1983 ma nata idealmente un decennio prima, quando la Maison iniziò a raccogliere le proprie opere storiche. Oggi la collezione comprende circa 3.500 pezzi, dai primi gioielli della seconda metà dell’Ottocento alle creazioni del XXI secolo: anelli, bracciali, diademi, orologi e oggetti preziosi che non solo testimoniano l’evoluzione stilistica di Cartier, ma raccontano anche la storia del gusto e della società europea. Dalla sua prima grande mostra al Petit Palais di Parigi nel 1989, la Cartier Collection ha viaggiato in tutto il mondo, approdando nelle più importanti istituzioni museali con 44 mostre monografiche. “Cartier e il Mito ai Musei Capitolini” rappresenta dunque la seconda esposizione monografica in Italia, dopo “Il design Cartier visto da Ettore Sottsass”, presentata a Palazzo Reale di Milano nel 2002.

Cartier Parigi, eseguita su ordinazione, 1907
Platino, diamanti, zaffiri
Collezione Cartier
Il fascino del laboratorio e la magia dei sensi
Una sezione della mostra è dedicata alle tecniche orafe e al processo creativo, in parallelo con l’artigianato romano antico. Gli artigiani di Cartier danno vita a un kosmos di pietre e metalli, riproducendo in miniatura l’ordine dell’universo. L’esperienza è resa ancora più immersiva dalle installazioni olfattive firmate da Mathilde Laurent, profumiera della Maison, e dall’esposizione di pietre dure e cammei provenienti dagli atelier di glittica di Cartier: un viaggio multisensoriale che fonde luce, materia e aroma, in una risonanza simbolica tra mito e corpo.
Dante Ferretti: la scenografia del mito
A incorniciare l’intero percorso, l’immaginazione di Dante Ferretti offre un’interpretazione poetica e cinematografica del rapporto tra antico e moderno. La sua scenografia – evocativa di film come Medea di Pasolini o Le avventure del barone di Münchausen di Terry Gilliam – trasforma le sale di Palazzo Nuovo in un teatro del tempo, dove le statue sembrano rivivere alla luce riflessa dei gioielli. Ferretti, come Cartier, non riproduce l’antico: lo reinventa, lo trasfigura, lo restituisce a una dimensione sospesa fra sogno e realtà.

da Villa Adriana, Tivoli (1737), fine I secolo a.C.
Mosaico
Musei capitolini, Palazzo Nuovo, Roma
Inv. S 402
INFO
Cartier e il mito ai Musei Capitolini
Musei Capitolini – Palazzo Nuovo, Sale al primo piano
Piazza del Campidoglio, 1 – 00186 Roma
Tariffe:
Biglietto “solo mostra”: intero € 8,00; ridotto € 7,00.
Biglietto cumulativo musei capitolini + mostra: intero non residente € 20,00;
ridotto non residente € 13,50; intero residente € 15,50; ridotto residente € 12,50.
Orari: Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00; 1° gennaio 2025 dalle 11.00 alle 20.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura: 1° maggio e 25 dicembre
Per maggiori informazioni:
tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) – www.museicapitolini.org







