ROMA – Un presepe interamente realizzato con la sabbia. Questo il dono fatto dal Comune di Jesolo e dal patriarcato di Venezia al Papa e alla Chiesa Universale. La “Sand Nativity”, ormai da 17 anni tradizione jesolana, è un presepe monumentale realizzato interamente con la sabbia accumulata sulla costa di Jesolo e originaria delle Dolomiti. Venerdì 7 dicembre l’inaugurazione ufficiale, che ha visto la partecipazione di due folte delegazioni, una per l’appunto da Jesolo e dal Veneto e l’altra dal Friuli Venezia Giulia, che ha donato un abete di 21 metri proveniente dall’altopiano delle Prealpi Carniche per un maestoso albero di Natale.
Apprezzamento e gratitudine è stata espressa da Papa Francesco, in special modo al Patriarcato di Venezia e alla diocesi di Concordia-Pordenone, che hanno fattivamente contribuito al realizzo di questa evocativa opera artistica.
Durante la cerimonia inaugurale – a cui hanno fatto da sfondo le musiche della Banda del corpo della Gendarmeria vaticana, le voci di quattro cori, il San Sebastiano, il San Marco e il Tomat, le coreografie del gruppo folcloristico dei Danzerini di Aviano – si sono susseguiti gli interventi delle cariche istituzionali come il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e quello del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga che, nell’esprimere soddisfazione e ringraziamento per coloro che hanno lavorato duramente per realizzare in pochi giorni questa sensazionale opera di sabbia, hanno ricordato la calamità naturale che ha colpito il Nord Est causando danni incalcolabili al patrimonio naturale di queste due importanti regioni.
Sono intervenuti anche il cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, il monsignor Giuseppe Pellegrini , il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia e infine il vescovo Fernando Vergez Alzaga del segretario del Governatorato della Città del Vaticano che concluso l’evento inaugurale.
Un Presepe insolito, modellato dalla capacità artistica di quattro scultori che vengono selezionati ogni anno dal Comune di Jesolo, tra i migliori provenienti da tutto il mondo.
Gli artisti sono partiti da una piramide di sabbia mescolata con acqua e compattata con macchinari appositi in “casseforme” di legno. La solidità strutturale della scultura è data esclusivamente dall’unione della sabbia con l’acqua. La sabbia jesolana, con i suoi residui di limo, risulta infatti ideale e non sono stati dunque utilizzati additivi o cementi mischiati al materiale.
Il Presepe, sviluppato su una superficie di circa 25 metri con un bassorilievo di 16 metri di lunghezza, 5 di altezza e 6 di profondità, sorprende per la sua intensità espressiva, ma anche per la ricchezza dei dettagli e per un senso antico della prospettiva che dà profondità alla splendida scultura che, nata da un materiale povero ed effimero come la sabbia, diventa il simbolo della vita stessa.
Lo stesso Santo Padre ha rammentato: “La sabbia, materiale povero, richiama la semplicità, la piccolezza e anche la fragilità con cui Dio si è mostrato con la nascita di Gesù nella precarietà di Betlemme. Ci potrebbe sembrare che questa piccolezza sia in contraddizione con la divinità, tant`è vero che qualcuno, fin dall`inizio, l`ha considerata solo un’apparenza, un rivestimento. Invece no, perché la piccolezza è libertà”.
L’artista olandese Susanne Ruseler ha lavorato sui pastori e gli animali a sinistra, il russo Ilya Filimontsev ha scolpito il nucleo centrale della Sacra Famiglia e l’Angelo, e il ceco Radovan Zivny ha cesellato i volti e le vesti dei Re Magi a destra della scena. Gli artisti hanno impiegato un mese intero per la realizzazione di questo inedito bassorilievo, sotto la direzione artistica dello statunitense Richard Varano.
Come ha evidenziato Massimo Ambrosin, coordinatore del progetto per il comune di Jesolo fin dalla sua prima edizione, nel 2002, “gli artisti hanno sentito la pressione di lavorare in un luogo così importante e quindi si sono impegnati al massimo nei dettagli, nei particolari, che si potranno vedere. Il pubblico si potrà render conto di quanta cura e quanto amore gli artisti hanno messo nel rappresentare queste scene”.