CANNES – Il film “Rodin” del regista Jacques Doillon, con Vincent Lindon, viene presentato al festival il 24 maggio. Inizialmente pensato come un documentario, stando ai rumors, il film non sembra essere tuttavia entusiasmante. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Doillon, è stata realizzata sottoforma di un ritratto d’artista, per cui centrale nella narrazione rimane la presa di coscienza del suo lavoro, tuttaviai si scopre un Rodin anche sotto un aspetto erotico ed edonista.
Il film si concentra in particolare sul rapporto tra lo scultore quarantenne e la sua dotatissima allieva, poi sua assistente ed amante.
Rodin si rende, infatti, presto conto di come la donna si distingua tra i suoi studenti, al punto da farla sua apprendista più importante e da trattarla come sua pari durante le creazioni. Segue dunque un decennio di lavoro e passione comune, fino alla definitiva rottura. Scelta una separazione definitiva dallo scultore, Camille non si riprenderà mai e lascerà anche Rodin profondamente ferito. Il film narra anche delle numerose tresche dello scultore con le sue assistenti successive e le sue modelle, ma anche della sua relazione amorosa con Rose Beuret, sua compagna di lunga data.