PALERMO – “Il kouros ritrovato” è il titolo della mostra ospitata a Palazzo Branciforte di Palermo, nata dalla proposta lanciata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dal Comune di Catania nel 2017. All’interno della Sala della Cavallerizza, in un ideale dialogo con la collezione archeologica custodita nell’allestimento progettatoda Gae Aulenti, è esposta la splendida scultura, risultato dell’assembramento del torso del kouros di Lentini e della Testa Biscari. Le due parti della statua, risalente al V secolo a.C. ricavata da un unico blocco di marmo bianco proveniente dalle isole Cicladi, erano state rinvenute in epoche diverse negli scavi dell’antica Leontinoi, in provincia di Siracusa. Successivamente erano state esposte separatamente, a Siracusa al Museo archeologico Paolo Orsi e a Catania al Museo civico di Castello Ursino.
La ricostruzione delle due parti, appartenenti dunque alla stessa opera d’arte, è stata possibile grazie al sostegno di Fondazione Sicilia, presieduta da Raffaele Bonsignore. La delicata operazione di ricongiungimento è stata portata avanti da un’equipe di esperti e condotta nei laboratori del Centro Regionale Progettazione e Restauro della Regione Siciliana.
L’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Sebastiano Tusa, che ha curato la mostra, spiega: ‘‘Le evidenze scientifiche confermano l’appartenenza dei due reperti a un’unica scultura e il loro ricongiungimento costituisce a tutti gli effetti un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico che arricchisce il patrimonio culturale della Sicilia. È per me motivo di orgoglio potere affermare con certezza che si tratta di un’unica opera d’arte. Gli studiosi di livello internazionale che hanno collaborato a questa impresa, sono la garanzia scientifica del progetto. La multidisciplinarietà con la quale abbiamo operato è stata l’arma vincente: il meglio delle conoscenze scientifiche messe in campo per un risultato straordinario”.
”Con il sostegno a questa iniziativa – ha sottolineato Il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – abbiamo contribuito a riportare in vita un’opera di straordinaria bellezza. Valorizzare una testimonianza del passato importante come è il kouros, a cui finalmente è stata restituita l’integrità, rientra nella nostra idea di promuovere l’arte e la cultura, anche attraverso il sostegno a iniziative scientifiche, come questa. Fondazione Sicilia non si fa soltanto promotrice dell’organizzazione di mostre ed eventi culturali, ma agisce in prima persona, dialogando con le diverse realtà coinvolte ed estendendo la fruizione dell’arte a un pubblico sempre più ampio”.
L’opera, anche dopo la mostra palermitana, continuerà a essere concepita come una realtà unitaria e, nel febbraio 2019, verrà esposta al Museo civico di Catania per poi essere trasferita a Siracusa, al Museo archeologico Paolo Orsi. Un convegno internazionale concluderà l’evento.