MANTOVA – E’ stato presentato a Mantova il progetto “Venere Divina. Armonia sulla terra”, che si sviluppa in tre mostre e un programma di eventi che esplorano il mito di Venere come rappresentazione del senso di rinascita dall’antichità fino ai tempi moderni.
Ideato da Fondazione Palazzo Te per completare una riflessione sul femminile avviata nel 2018 con la mostra Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra e proseguita nel 2019 con Giulio Romano: Arte e Desiderio, il nuovo progetto si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso.
“Palazzo Te – spiega il direttore della Fondazione Stefano Baia Curioni – è un luogo mitico nel senso che in esso vivono e rivivono i miti antichi, trasfigurati dall’incipiente modernità che urge, ma ancora non trova un volto. E ogni volta anche oggi, in modo sorprendente, la potenza narrativa del mito si risveglia davanti agli occhi di chi si aggira nelle sale, raccontando storie che consentono di risalire a esperienze antiche ma fondative dell’umano. Per questo motivo abbiamo narrato i principali miti narrati dalla pittura di Palazzo Te nella pagina Mnemosyne del sito della Fondazione.
Per questo ora abbiamo scelto di parlare di Venere: perché era importante proseguire la riflessione sul femminile, cominciata nel 2018 con il programma sull’Annunciazione tra Tiziano e Gerhard Richter e rilanciata poi con Giulio Romano: arte e desiderio nel 2019, e soprattutto ci è sembrato importante impegnarci in un augurio di armonia lungo un anno. Ma la scelta si è certamente confermata quando abbiamo visto che a Palazzo Te sono rappresentate più di venticinque figure di Venere, concentrate nella sala di Sole e Luna e nella sala di Amore e Psiche, ma anche presenti in altri punti cruciali del percorso di visita”.
“La Fondazione Palazzo Te – afferma il Sindaco di Mantova, Matteo Palazzi – ha saggiamente deciso, d’intesa con l’amministrazione comunale, di immaginare un intero anno dedicato alla figura di Venere, che riassume la forte componente sensuale delle pitture cinquecentesche, l’intreccio volubile fra modernità e arte classica, ed è infine esempio eccelso della variazione continua di modi e di stili che qui si attua. Così Venere, a partire dalla celebre sala di Amore e Psiche, è la dea che sembra sovrintendere all’intero sviluppo della narrazione che si svolge tra questi affreschi e questi stucchi. Lei, la madre di Enea, è già dall’epoca di Virgilio l’esemplificazione del desiderio stesso, dell’anelito creativo, della sopravvivenza di una dinastia”.
Le tre tappe del progetto
La prima tappa si apre con Il mito di Venere a Palazzo Te, che dal 21 marzo al 12 dicembre 2021 consente al pubblico di scoprire le oltre 25 rappresentazioni di Venere, tra stucchi e affreschi, presenti nel Palazzo. Un percorso tra miti e favole antiche, raccolto anche in una guida cartacea e multimediale, che si arricchisce con l’esposizione della scultura Venere velata della collezione del Comune di Mantova, appartenuta a Giulio Romano e conservata presso la Galleria dei Mesi a Palazzo Ducale, e dell’arazzo Venere nel giardino con putti, realizzato da tessitori fiamminghi su disegno dello stesso Giulio Romano, di recente ritornato a Mantova grazie a una complessa operazione d’acquisto condotta dalla reggia gonzaghesca, dalla Direzione Generale Musei del MiBACT e con il sostegno di Fondazione Palazzo Te.
Il mito di Venere a Palazzo Te è anche l’occasione per organizzare in primavera un convegno internazionale sul tema di Venere.
Seconda tappa il 22 giugno con l’esposizione Tiziano. Venere che benda Amore, che fino al 5 settembre 2021 porta nelle sale del palazzo mantovano Venere che benda Amore, capolavoro assoluto di Tiziano conservato alla Galleria Borghese di Roma. La tela del maestro cadorino presenta Venere nell’atto di bendare il piccolo Eros appoggiato sul suo grembo, mentre un altro putto, probabilmente Anteros, osserva la scena con aria assorta. Un’opera che si inserisce perfettamente nel progetto Venere Divina e costituisce uno dei vertici della rappresentazione della divinità nel Cinquecento.
In occasione di questa esposizione, nel corso del periodo estivo, l’esedra di Palazzo Te viene ripensata per ospitare momenti performativi e artistici, parte del public program dedicato al tema del mito di Venere.
Ultima tappa del progetto il 12 settembre con la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, a cura di Claudia Cieri Via, che fino al 12 dicembre 2021 indaga le origini del mito e la sua creazione, grazie al recupero cinquecentesco di leggende e di iconografie antiche.
L’esposizione dedica parte del percorso alla diffusione del mito nelle corti europee, al legame della divinità con le acque, i giardini e i parchi, e con la bellezza delle donne dell’epoca.
Una sezione viene dedicata anche ai “pericoli” di Venere e al legame di maghe e streghe con il culto della dea. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.
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