FIRENZE – Cominciano ad essere visibili i primi risultati del restauro del soffitto della Sala degli Elementi di Palazzo Vecchio. L’ultimo restauro completo della Sala risaliva agli anni Sessanta. Il Quartiere degli Elementi consiste in cinque grandi stanze e due loggiati. Cosimo I ne commissionò originariamente la realizzazione a Battista del Tasso, ma alla sua morte le decorazioni furono portate a termine da Vasari e bottega, soprattutto da Cristofano Gherardi detto il Doceno e Marco da Faenza. Le pareti della Sala degli Elementi sono decorate con affreschi allegorici, Acqua (Nascita di Venere), Terra (Primizie della Terra offerte e Saturno), Fuoco (Fucina di Vulcano), e il soffitto è decorato con l’allegoria dell’Aria, con al centro Saturno che mutila il cielo, mentre tra le finestre sono affrescati Mercurio e Plutone. Il camino fu disegnato dall’Ammannati.
Iniziati nel 2017, i lavori di restauro sono stati finanziati dalla Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus per oltre 800 mila euro, e si inseriscono nel progetto Flic (Florence I care) che vede il coivolgimento di privati nel restauro dei beni culturali cittadini.
Il restauro, a cura dell’Associazione Temporanea d’Impresa ”Meridiana-Mannucci-Technesi, è iniziato dalle pareti (costo 475 mila euro) e poi è proseguito sul soffitto (345 mila euro). I restauratori hanno effettuato delle operazioni di pulitura, stuccatura, riparazione di fessurazioni e distacchi di materiale, recupero dei colori originali e delle decorazioni delle parti lignee.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha commentato: “Finalmente stiamo per riportare a tutta la sua bellezza una sala maestosa e preziosa che apre il Quartiere degli Elementi e che si affaccia sulla Terrazza di Saturno. Il museo di Palazzo Vecchio è da alcuni anni al centro di un diffuso progetto di valorizzazione che punta ad allargare la superficie museale, ad aumentare i servizi al pubblico e a recuperare gli ambienti di pregio. Ringraziamo sentitamente Giovanna Sacchetti, presidente della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti Onlus, che ha reso possibile questo restauro”.