SIENA – Prende il via il cantiere per il restauro dell’Allegoria e Effetti del Buono e Cattivo Governo, affreschi realizzati nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti (Siena 1290-1348) nella Sala della Pace del Palazzo Pubblico a Siena.
Si tratta di un cantiere di nuova concezione pensato “non solo come laboratorio di indagine e intervento da parte degli addetti, ma anche come ‘luogo della conoscenza’ e dello studio dell’arte, aperto e fruibile dal pubblico” – spiega una nota.

Da ottobre 2022 visite speciali visite guidate con i restauratori
Il cantiere, attualmente a porte chiuse per l’intervento manutentivo, sarà invece aperto al pubblico a partire da ottobre 2022. Sarà quindi possibile prenotare speciali visite guidate con i restauratori che illustreranno il lavoro degli esperti e le azioni più idonee alla salvaguardia di questo sommo capolavoro.
Scopo di questa iniziativa è di riportare attenzione sul tema della protezione e della cura del nostro patrimonio artistico. Allo stesso tempo, la possibilità di visita al ‘cantiere aperto’ diventa un’occasione di rilancio turistico e culturale di tutto il circuito museale cittadino. Oltre al Palazzo Pubblico, sede del Museo Civico, con le pregiatissime sale affrescate, l’itinerario coinvolge il complesso Santa Maria della Scala, l’antico ospedale medievale ubicato sulla collina del Duomo, che ospita anche il Museo archeologico nazionale, la Pinacoteca Nazionale,scrigno dei capolavori della pittura senese, e l’Archivio di Stato, custode della preziosa collezione delle biccherne senesi. Tuttiluoghi di inestimabile valore storico, ricchissimi di tesori e opere d’arte.

L’intervento di restauro
L’intervento nella Sala della Pace, reso necessario per il monitoraggio delle condizioni della superficie dipinta, a circa trentacinque anni di distanza dalla conclusione dell’ultimo restauro, non si limita a un aggiornamento della valutazione conservativa e delle cause delle alterazioni, si configura, altresì, come un’opportunità di approfondimento sulla tecnica pittorica del Lorenzetti.
Attraverso un approccio multidisciplinare basato sul lavoro sinergico di varie professionalità: restauratori, archeologi dell’architettura, chimici, petrografi, fisici e architetti, in collaborazione con gli specialisti del Comune di Siena, viene studiata l’organizzazione dell’articolato cantiere dell’artista, ripercorrendo tutte le soluzioni adottate per la restituzione del messaggio etico affidatogli, che è ciò ha reso e rende il ciclo della Sala della Pace uno dei più grandi e importanti dell’arte occidentale.

La Sala del Buongoverno o Sala dei Nove
La sala è l’ambiente dove si riunivano i governanti della città medievale, committenti del famoso manifesto civile e politico che ne occupa le pareti. I Nove, una delle principali magistrature della Repubblica di Siena, furono in carica dal 1287 al 1355, periodo di massimo splendore politico ed economico per la città. Per l’impresa pittorica viene incaricato Ambrogio Lorenzetti, uomo di vasta cultura e di spiccato spirito civico, artista all’apice della propria maturità che, insieme a Duccio di Buoninsegna e Simone Martini, si candidava a divenire uno degli indiscussi protagonisti della grande stagione della pittura gotica senese.
Nel ciclo pittorico vengono rappresentate le due opposte forme di governo della Democrazia e della Tirannide e i loro opposti effetti sulla città, sulle campagne e sulla vita quotidiana delle persone. Il pittore si pone come il principale interprete del messaggio dei Nove, creando una perfetta sinergia tra arte e politica. La lezione di Giotto e la tradizione senese si fondono armonicamente dando forma a concetti etici universalmente riconosciuti, che rendono il messaggio del Buon Governo ancora molto attuale.