NAPOLI – Tra il 1975 e il 1976, un gruppo di artisti napoletani composto da Gerardo Di Fiore, Aulo e Gerardo Pedicini, Carmine Rezzuti, ed Errico Ruotolo dà vita al collettivo A/SOCIAL GROUP, con l’obiettivo di esplorare il confine tra arte e sofferenza psichica. L’intervento principale del gruppo ha luogo all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Frullone di Napoli, dove, attraverso le loro azioni, gli artisti cercano di instaurare un dialogo empatico con gli internati, mettendo in discussione l’isolamento sociale imposto alla follia e proponendo una riflessione profonda sull’umanità della sofferenza psichica.
Questo il focus della mostra, dal titolo A/SOCIAL GROUP – Napoli / Venezia 1976 – Una Documentazione aperta, ospitata presso il Polo Museale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.


L’approdo alla Biennale di Venezia
Nel 1976, grazie alla selezione del critico Enrico Crispolti, l’A/SOCIAL GROUP approda alla Sezione di Documentazione Aperta del Padiglione Italia della Biennale di Venezia. Proprio durante la Biennale, il gruppo mette in scena due performance urbane di grande impatto: una nel sestiere di Castello, in Campo Santa Maria Formosa, e l’altra in Piazza San Marco. Questi interventi portano alla ribalta la realtà invisibile degli internati, evidenziando il potenziale di sovversione dell’arte come strumento di denuncia sociale.
Il ruolo della documentazione
Uno degli elementi chiave del lavoro dell’A/SOCIAL GROUP è l’importanza attribuita alla documentazione. Ogni azione artistica viene, infatti, registrata attraverso la cinepresa e la macchina fotografica, diventando un’opera di denuncia contro il sistema che relega i malati psichici ai margini della società. Le immagini in bianco e nero, che ritraggono gli internati, e le riprese in Super 8 rappresentano non solo un atto artistico, ma anche un documento sociale che cerca di riportare alla luce l’umanità nascosta dietro la patina della follia.


L’eredità di Franco Basaglia
L’A/SOCIAL GROUP si inserisce nel più ampio contesto della rivoluzione psichiatrica promossa da Franco Basaglia e dal movimento della Psichiatria Democratica. Gli artisti, lavorando a stretto contatto con i pazienti, si integrano con il processo di riforma che Basaglia stava portando avanti a Gorizia e Trieste. A Napoli, la loro azione trova un terreno fertile grazie al lavoro di Sergio Piro, direttore dell’Ospedale Psichiatrico Frullone, che apre le porte alla partecipazione attiva degli artisti all’interno dell’istituzione manicomiale.
Il confine labilissimo tra arte e vita
Uno degli aspetti più rivoluzionari dell’A/SOCIAL GROUP è la loro capacità di dissolvere il confine tra arte e vita. Attraverso le loro performance, gli artisti rappresentano la sofferenza psichica, ma la vivano anche, entrando in empatia con i pazienti. Il cortile dell’ospedale diviene così un vero e proprio spazio sinestetico, dove scena e platea coesistono. Le azioni performative degli artisti mirano a rimuovere i confini tra i malati e il mondo esterno, favorendo l’interazione e il confronto diretto.


La mostra “A/SOCIAL GROUP – Napoli / Venezia 1976”
Oggi, a quasi cinquant’anni dagli interventi del collettivo, la mostra “A/SOCIAL GROUP – Napoli / Venezia 1976 – Una Documentazione aperta”, visitabile presso il Polo Museale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, offre al pubblico l’opportunità di rivedere e riflettere su quell’esperienza radicale.
In mostra ci sono materiali e strumenti che riflettono la ricerca poetica, politica e visiva dell’A/SOCIAL GROUP. Tra questi, le bobine, il timbro usato per autenticare i lavori, e alcune opere come un lenzuolo con un componimento scritto da un paziente del Frullone, La Pennuta astrale. Vengono inoltre presentati manifesti, cartoline, il catalogo originale e riviste che seguirono l’esperienza. Il film Percorsi invisibili, proiettato alla Biennale, documenta le performance svolte all’interno dell’ospedale psichiatrico e a Venezia, mostrando la connessione tra “realtà” e “possibilità” attraverso gesti e azioni che annullano il confine tra arte e vita.
Tra le opere esposte, Errico Ruotolo presenta La Venuta Astrale del Volatile, ispirato a un componimento di un paziente, mentre Aulo Pedicini porta Il mio specchio giallo e Vestiti per Narciso, entrambe riflesso dell’esperienza vissuta all’interno del manicomio. Gerardo Di Fiore espone strutture che riflettono la libertà con ironia, e Carmine Rezzuti presenta Conservati con cura (1986) e il trittico Tra il dire e il fare (2005).

L’attualità del messaggio dell’A/SOCIAL GROUP
A distanza di decenni, il messaggio dell’A/SOCIAL GROUP rimane attuale. La loro arte, che metteva in discussione i confini tra normalità e follia, continua a far riflettere sulla necessità di integrazione e comprensione della sofferenza psichica.
Come osserva Generoso Bruno nel suo testo critico “Oggi, a quasi cinquant’anni dagli interventi dell’A/SOCIAL GROUP al Frullone e dall’approvazione, il 13 maggio 1978, della legge 180, la psichiatria – a cento anni dalla nascita di Franco Basaglia – appare ancora costretta nella sua funzione di “controllo”. Di fronte alla chiusura della società e ad un territorio che, non integrando, respinge, la nostra documentazione non può che ancora rimanere aperta“.
Vademecum
A/SOCIAL GROUP – Napoli / Venezia 1976 – Una Documentazione aperta
L’evento espositivo è visitabile dal 1° ottobre, presso il Polo Museale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 13.00, il martedì e il giovedì anche dalle ore 15.00 alle ore 16.30; sempre su prenotazione ai numeri 081/2522463 e 335.7403319 oppure inviando una e-mail a musei.servizi@unisob.na.it.








