Venezia. “Centoventi immagini, di cui 55 inedite, tutte provenienti dagli album fotografici personali di Lartigue, dei quali sono esposte alcune pagine in fac-simile. A queste si aggiungono alcuni materiali d’archivio, libri quali il Diary of a Century (pubblicato con il titolo “Instants de ma vie” in francese), riviste dell’epoca, un diaporama con le pagine degli album, tre stereoscopie con immagini che rappresentano paesaggi innevati ed eleganti scenari parigini.”. Con “Jacques Henri Lartigue. L’invenzione della felicità”, la Casa dei Tre Oci a Venezia riapre dopo la chiusura imposta dal dilagare del corona virus che sta mettendo in serie difficoltà i poli espositivi del nord e di alcune regioni in particolare, proprio come il Veneto.
Curata da Marion Perceval e Charles-Antoine Revol, rispettivamente direttrice e project manager della Donation Jacques Henri Lartigue, e da Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci, la rassegna è organizzata da Civita Tre Venezie e promossa da Fondazione di Venezia, in stretta collaborazione con la Donation Jacques Henri Lartigue di Parigi, con il patrocinio del Ministero della Cultura francese. La più grande esposizione finora a lui dedicata racconta questo grandissimo artista della fotografia del ‘900, con una serie di documenti che ripercorrono la sua intera carriera, dagli esordi dei primi anni del ‘900 fino agli anni ‘80. Il collega Richard Avedon, che lo volle accanto in progetti impegnativi progetti artistici, disse di lui:”Lartigue fece ciò che nessun fotografo aveva fatto prima e che nessuno fece dopo: fotografare la propria vita”.
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