ROMA – È stato firmato il 26 ottobre un accordo di collaborazione tra il Mibact e l’Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani, con il fine di valorizzare con azioni condivise i Musei ecclesiastici che rappresentano il 20% dei Musei italiani. Con l’accordo siglato dunque i Musei Ecclesiastici vengono inseriti nel Sistema Museale Nazionale, diventando parte integrante del patrimonio storico, artistico e culturale italiano.
Come spiegato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini “l’accordo tra il ministero e l’associazione non è solo un fatto formale, ma è molto importante e segue la direzione dell’integrazione, il più possibile vera e funzionale per i cittadini e i turisti, tra i musei italiani, al di là della proprietà”. Si, perché tra i musei dello Stato, quelli privati o civici ed ecclesiastici, “un viaggiatore non si preoccupa di capire chi sia il proprietario – ha aggiunto il ministro – ma vuole collaborazione, orari integrati e promozione comune”. L’accordo siglato al Collegio romano rappresenta quindi un passo avanti verso la creazione di un futuro sistema museale italiano integrato.
Domenica Primerano, presidente di Amei, ha invece voluto sottolineare come, a dispetto di tutti i pregiudizi, i musei ecclesiastici non siano solo per i credenti, “ma luoghi vivi dove si fa cultura e ricerca in collaborazione con il territorio. Rivendicare la nostra specificità non vuol dire isolare i nostri musei, ma proporli come autentica risorsa per il Paese” – ha chiosato Primerano.
Basti pensare che proprio in questi musei sono custoditi tesori come il busto di Urbano VIII, scolpito da Gian Lorenzo Bernini e la Madonna col Bambino dipinta da Filippino Lippi al Museo Diocesano di Spoleto, il Codex Purpureus al Museo Diocesano di Rossano Calabro, l’Annunciazione del Beato Angelico al Museo Diocesano di Cortona, i diari di nozze di Federico II e Isabella di Brienne al Museo Diocesano di Brindisi e ancora la collezione d’arte contemporanea al Museo Diocesano di Milano.