TORINO – Il 19 ottobre inaugura a Torino, presso le Sale Chiablese dei Musei Reali, una grande mostra dedicata ai capolavori di 21 tra i più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra, dal titolo “1950-1970. La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea”. Un’esposizione di assoluto rilievo, che riunisce per la prima volta fuori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma un vasto numero di opere, per un totale di 79 lavori esposti.
L’evento è frutto della collaborazione tra Musei Reali di Torino e Arthemisia, in sinergia con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. La curatela è affidata a Renata Cristina Mazzantini, Direttrice della GNAM, e allo studioso Luca Massimo Barbero. Inoltre, è stata resa possibile grazie all’impegno di Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura.


Genesi, 1955-56 Assemblage in ferri di recupero, 200x60x65 cm
Il rapporto tra Palma Bucarelli e gli artisti
Uno degli aspetti centrali della mostra è il legame che la soprintendente Palma Bucarelli ebbe con gli artisti di questa straordinaria stagione. Bucarelli, durante il suo trentennale al vertice della GNAM, seppe intrecciare un proficuo rapporto con alcuni dei protagonisti più influenti dell’arte moderna italiana, come Lucio Fontana, Alberto Burri e Pino Pascali. La mostra celebra questo legame, evidenziando la ricchezza della collezione romana.
“La mostra vuole mettere in luce – spiega la Direttrice Renata Cristina Mazzantini – la qualità, non sempre sufficientemente percepita, delle ineguagliabili collezioni della Gnam e di porre al tempo stesso l’attenzione sul ruolo da protagonista che la Galleria rivestì nella costituzione del patrimonio artistico italiano moderno e contemporaneo, grazie soprattutto al rapporto attivo che, nei suoi tre decenni al vertice della Galleria, la soprintendente Palma Bucarelli seppe intrecciare con gli artisti più significativi e innovativi di quella così alta stagione, da Burri e Fontana fino a Pascali.”


Il percorso espositivo
Il percorso espositivo mette bene in evidenza le origini di quello che fu un vero e proprio “movimento artistico tellurico”.
“È un percorso intenso, – afferma Luca Massimo Barbero – e, in più sale, è un vero corpo a corpo fra i “nuovi maestri” dell’arte italiana del dopoguerra, della quale si esplorano qui le radici e, per la prima volta, è possibile confrontarli al di fuori della collezione della GNAM. Per l’arte italiana si tratta dei protagonisti germinali, oggi identificati come gli interpreti internazionali dell’allora contemporaneità.
La rassegna si sviluppa in dodici sale e offre un percorso avvincente che mette in dialogo i lavori degli artisti italiani del secondo dopoguerra. Il pubblico potrà ammirare opere simboliche come il “Rilievo con bulloni” di Ettore Colla (1958-59) e “L’arco di Ulisse” di Pino Pascali (1968), passando attraverso capolavori di artisti come Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana e Alberto Burri.
Uno dei punti salienti della mostra è proprio il confronto inedito tra Lucio Fontana e Alberto Burri, i cui lavori, tra cui il “Concetto spaziale. Teatrino” del 1965 e il “Nero cretto G5” del 1975, dialogano in una delle sale principali. Un altro momento di grande intensità è rappresentato dai due maestri dell’astrazione, Afro e Piero Dorazio, che contribuirono al successo internazionale dell’arte italiana.

Il fermento artistico e creativo che caratterizzò Roma negli anni ’50 e ’60 trova ampio spazio nella mostra, rappresentato da un imponente décollage di Mimmo Rotella del 1957. A seguire, vengono esposte le opere iconiche di artisti come Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Giulio Turcato, Gastone Novelli, Toti Scialoja, Sergio Lombardo e Tano Festa. Un confronto particolarmente interessante emerge tra un intenso monocromo nero di Franco Angeli e alcuni dei celebri Achrome di Piero Manzoni.
L’importanza della contemporaneità viene ulteriormente messa in risalto da una sala dedicata al grande quadro specchiante “I visitatori” del 1968 di Michelangelo Pistoletto e da un’altra sezione dedicata alle celebri “Cancellature” di Emilio Isgrò.
La mostra si conclude con un’emozionante sala dedicata a Pino Pascali, con opere come la “Ricostruzione del dinosauro” del 1966 e i famosi Bachi da setola del 1968. Un dialogo finale tra Mario Schifano e Pino Pascali chiude idealmente il percorso, sottolineando l’importanza della creatività e dell’innovazione artistica dell’epoca.
Vademecum
Microsoft Word – 00_Indice_GNAM Torino.doc
1950-1970. La grande arte italiana
Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Musei Reali di Torino Sale Chiablese Piazzetta Reale, Torino
19 ottobre 2024 – 2 marzo 2025
T. + 39 011 1848711 www.arthemisia.it