TORINO – Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino inaugura un nuovo ciclo espositivo dedicato a Utagawa Hiroshige, presentando una selezione di 19 xilografie dalla celebre serie Le 53 stazioni della Tōkaidō. L’iniziativa è parte del riallestimento della galleria giapponese e rappresenta la prima tappa di una mostra a rotazione che, nei prossimi mesi, proporrà l’intera serie in tre segmenti successivi.
Le opere esposte provengono dalla collezione UniCredit e sono identiche a quelle conservate presso il Musée des Beaux-Arts di Montréal (MMFA). Proprio questa corrispondenza ha reso possibile un modello espositivo innovativo: le opere non viaggiano, ma si trasferisce il progetto curatoriale, sviluppato dal MMFA e ora adottato dal MAO in un’ottica di sostenibilità museale e valorizzazione scientifica.
Il modello sostenibile MAO-MMFA
Curato da Laura Vigo, conservatrice di arte asiatica del MMFA, il progetto è il risultato di una collaborazione internazionale che sposta l’attenzione dal trasporto fisico delle opere alla circolazione dei contenuti. Il MAO adotta i materiali educativi e l’interpretazione tematica realizzati dal museo canadese nel 2024, proponendo una rilettura della Tōkaidō non solo come itinerario paesaggistico, ma come esperienza visiva e culturale in divenire.
Questa operazione si inserisce nel programma di riallestimento dinamico delle collezioni del MAO, sempre più orientato verso pratiche curatoriali consapevoli, sostenibili e culturalmente condivise.
La Tōkaidō: un viaggio immaginato, una rivoluzione visiva
Pubblicata nel 1833 dalla casa editrice Hōeidō, la serie delle 53 stazioni della Tōkaidō racconta il percorso da Edo (oggi Tokyo) a Kyoto, lungo una delle principali arterie del Giappone Tokugawa. Il viaggio, allora tema ricorrente nella produzione ukiyo-e, trova in Hiroshige una nuova grammatica visiva: paesaggi reinventati, scorci atmosferici, prospettive fluide e uno sguardo capace di trasformare l’ordinario in evocazione poetica.
Hiroshige, artista di formazione samuraica, rivoluziona il genere combinando stilemi tradizionali con elementi occidentali: l’uso della prospettiva centrale, l’introduzione del blu di Prussia, la composizione orizzontale e il ritmo quasi cinematografico della narrazione visiva. Ogni stampa si offre come fotogramma di un immaginario in movimento, più vicino al sogno che alla documentazione.
Un’opera seriale per un pubblico moderno
Con oltre 15.000 copie vendute, la Tōkaidō fu un vero e proprio bestseller dell’epoca Edo, accessibile anche ai ceti medi: ogni stampa costava quanto una ciotola di ramen. Il lavoro dell’editore Takenouchi Magohachi fu decisivo non solo per la diffusione commerciale, ma anche per l’impostazione seriale e narrativa del progetto: una sequenza di immagini progettata come racconto popolare, destinato a un pubblico alfabetizzato e affamato di visioni.
Queste xilografie non nacquero come opere da museo, ma come oggetti d’uso domestico, capaci però di sopravvivere all’oblio e di imporsi, un secolo dopo, come icone dell’estetica giapponese nel mondo.
Vademecum
MAO Museo d’Arte Orientale –
Via San Domenico 11, Torino
fino al 3 agosto 2025
ORARI
martedì – domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.