ROMA – “L’invisibilità non è un superpotere” è la mostra che intende rompere il silenzio su una delle più urgenti piaghe sociali dei nostri tempi: la violenza sulle donne. Un’esposizione che nasce dall’esperienza ventennale di Fondazione Pangea che ha incontrato migliaia di donne in tutto il mondo e dall’incontro tra la Dr.ssa Maria Grazia Vantadori, chirurga nonché referente CASD – Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo e componente della rete Reama, e la fotografa Marzia Bianchi, collaboratrice di Pangea – Reama.
Marzia Bianchi, ispirandosi alle parole delle donne accolte dallo sportello antiviolenza, ha trasformato la narrazione in immagini. “Nella mostra – spiega la fotografa – sono i loro corpi, le loro lesioni a parlare, intrecciando singole storie in un unico racconto. Le vite delle donne sono diverse eppure lo schema della violenza si ripete, prevalentemente a opera di un compagno, familiare o conoscente”.
“Fondazione Pangea – racconta Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea e coordinatrice della rete Reama – da oltre venti anni è impegnata in progetti di empowerment economico e sociale al fianco delle donne, in Italia come nel resto del mondo. Con la rete Reama, nata ormai un anno fa, abbiamo voluto fare un passo in più non solo per creare un circuito di persone, professioniste e realtà in grado di supportarle ma anche per chiedere la reale l’applicazione della Convenzione di Istanbul che, a oggi, rappresenta lo strumento più efficace per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne”. “La mostra – continua Lanzoni – è l’occasione per noi di svelare quello che molto spesso le donne non riescono a dire o nominare una volta giunte al pronto soccorso. Però i corpi, le lesioni parlano per loro e raccontano di vertigini di orrore quotidiano. Chi accoglie deve saper decodificare i silenzi e attribuire la giusta dimensione alle lesioni incompatibili con quanto narrato”.
Nel percorso della mostra sono esposte, in totale anonimato, anche le radiografie, fornite per gentile concessione dall’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e dall’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, effettuate alle donne arrivate nei Pronto Soccorso e che hanno dichiarato di aver subito violenze.
“L’idea delle radiografie – spiega Mariagrazia Vantadori, chirurga dell’ospedale San Carlo Borromeo, nonché referente del Casd, Centro Ascolto Soccorso Donna del San Carlo – mi è venuta con l’esperienza accumulata sul campo, in tanti anni di attività. Il mio lavoro mi ha portato a decodificare le loro lesioni, ad andare oltre il non detto e ad aiutare le donne a orientarsi per uscire dalla violenza con il sostegno della rete territoriale e dei centri antiviolenza. Far capire loro che quanto accaduto non deve ripetersi mai più e che non sono sole è essenziale e in tal senso i presidi sanitari sono uno snodo importantissimo della rete”.
Come sottolinea Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, “La violenza sulle donne è una ferita insopportabile, che riguarda tutte e tutti. Per cancellarla serve una grande mobilitazione civile e culturale. Ecco il senso di questa mostra”.
“La nostra priorità – aggiunge l’Assessora al Turismo e Pari opportunità della Regione Lazio, Giovanna Pugliese – è cambiare un certo modo di pensare, modificare una cultura che induce alla violenza sulle donne, educare le giovani generazioni ai sentimenti, creare una società più unita. Questa mostra ci fa guardare oltre le apparenze; sotto le garze, le fasciature e i cerotti arriva al punto più intimo del dolore inferto alle donne”.
Dopo la tappa romana, la mostra verrà ospitata anche in altri luoghi del Lazio a partire dalla Provincia di Frosinone, dal 6 al 27 marzo 2020.
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Vademecum
L’INVISIBILITÀ NON È UN SUPEPOTERE
WEGIL
Trastevere – Largo Ascianghi, 5, Roma
Apertura al pubblico
16 gennaio – 6 febbraio 2020
tutti i giorni ore 10 – 19
Biglietto
Ingresso libero
Info www.wegil.it;info@wegil.it
tel. 334 6841506 (tutti i giorni ore 10 -19)
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