MILANO – In occasione di MIAFAIR 2016, saranno esposti i progetti di due fotografi: Alessandro Risuleo e Jacopo Di Cera.
Contaminazioni del corpo è il titolo del progetto fotografico presentato da Risuleo, un nuovo capitolo del percorso di ricerca sull’espressività del corpo umano in cui l’Autore inserisce, per la prima volta, la realtà aumentata per far interagire spettatore e opera. Lo sguardo del fotografo nel raccontare la figura umana si concentra, questa volta, solo su parti del corpo, contaminate dalle pennellate frastagliate e ruvide della vernice utilizzata per evidenziare alcune linee o sovrapposizioni di arti. Grazie alla realtà aumentata e un’applicazione specifica da utilizzare con il proprio smartphone, le immagini inquadrate prendono vita e diventano parte di un’animazione che racconta altro e dove lo spettatore diventa inconscio protagonista. Le “contaminazioni” prendono il sopravvento su chi in quel momento sta osservando e “inconsapevolmente” interagisce con un oggetto che per definizione dovrebbe essere “inanimato”, la fotografia. Lo spettatore diventa quindi parte dell’opera stessa.
A MIAFAIR sarà possibile ammirare anche altri due progetti di Alessandro Risuleo: Stati d’essere e Anime Pure.
In “Stati d’essere” (Moments of being), la figura umana è imprigionata all’interno di un tessuto in tensione che toglie e sottrae le forme ma crea drappeggi che ricordano le linee di classiche sculture marmoree.
In “Anime pure” (Pure souls) tra la figura umana e lo spettatore viene inserito un elemento trasparente (teli di nylon) che non permettono una visione chiara e pulita dell’immagine ma allo stesso tempo si percepisce bene il corpo nudo della persona.
Alessandro Risuleo. Dal 28 Aprile al 2 Maggio The Mall, Porta Nuova Varesine, Piazza Lina Bo Bardi 1, Milano (BAG GALLERY, Stand N. P7 Corridoio B)
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Jacopo Di Cera presenta un lavoro molto toccante che si chiama Fino alla fine del mare. L’autore con questo progetto fotografico racconta, attraverso forme e cromatismi, un viaggio metaforico che si compone di trenta immagini stampate in alta definizione direttamente su pezzi di legno prelevati dal cimitero della barche di Lampedusa. Il legno è il materiale-simbolo di questo movimento, di questo viaggio. È il traghettamento verso un’altra dimensione, verso una seconda occasione.
Dai versi di Omero sono state estratte le sei parole chiave del lavoro:il viaggio, l’isola, il legame, la lotta, la salvezza, il ritorno, sono state estratte dal viaggio di Ulisse come parole chiave per la struttura del progetto fotografico. Per rendere le foto delle opere uniche, Jacopo Di Cera ha applicato manualmente della resina sulle fotografie stampate su legno, creando un interessante effetto lucido che ricorda l’acqua.
“Il punto di vista originale dell’Artista non ci traspone immagini crude, ma attraverso un gioco di rimandi cromatici che si rifanno più all’arte di Mark Rothko e Yves Klein, ci spiega la metafora del viaggio, del naufragio e della salvezza”, ha spiegato Auronda Scalera, curatrice del progetto.
La mostra “Fino alla fine del mare” è una mostra itinerante. Metafora del viaggio dell’uomo, la mostra toccherà, partendo da Roma il prossimo Giugno, tutti i principali porti e approdi dove sbarcano gli stranieri per chiedere asilo all’Italia. Roma, Milano, Napoli, Cagliari, Capri ed infine Lampedusa. Sei città come le sei tappe del viaggio che rappresenta il lavoro dell’Autore.
Jacopo Di Cera. Dal 28 Aprile al 2 Maggio The Mall, Porta Nuova Varesine, Piazza Lina Bo Bardi 1, Milano (GALLERIA VISIVA, Stand 35, Corridoio B)
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