Dal 10 giugno all’8 luglio 2025, il Centro Provincial de Artes Plásticas y Diseño de L’Avana ospita la prima mostra personale di Giovanni Stella. A cura di Rodolfo Antonio Renzoli Medina, nell’ambito del Festival Orizzonti
Ogni fotografia di Giovanni Stella costruisce un’immagine mentale della città. L’Avana emerge, infatti, come organismo instabile, fluido, attraversato da segni e tensioni. La serie, intitolata Habanarquia, raccoglie 81 scatti in bianco e nero, stampati a mano nel laboratorio Corsetti di Roma, e sviluppati interamente su pellicola. La scelta analogica rafforza la fisicità delle immagini e introduce un ritmo narrativo più lento, più aderente all’idea di deriva e osservazione continua.
Il titolo della mostra — Habanarquia — propone un neologismo che diventa chiave di lettura: un incontro tra la città e l’anarchia, interpretata come forza vitale, disordine produttivo, materia sensibile. Il curatore Rodolfo Antonio Renzoli Medina definisce questo approccio come «uno sguardo intrasostanziale e poetico», capace di cogliere le vibrazioni profonde di un luogo che resta inafferrabile.

Una città come “sintomo” e non come sfondo
La fotografia di Giovanni Stella procede per frammenti, tagli, slittamenti. Volti fuori fuoco, architetture consunte, interni immobili, gesti marginali: gli elementi inquadrati affiorano da una superficie disgregata, come se la città si mostrasse solo in parte, per accenni intermittenti. Gli scatti costruiscono un percorso che segue logiche affettive e visive. Lo spazio urbano prende forma come campo di forze instabili, più che come struttura riconoscibile.
Lo spettatore è chiamato a entrare in relazione con il flusso visivo, a costruire legami mobili e temporanei. La mostra diventa così una struttura aperta, attraversabile, priva di gerarchie.
Estetica e processo
L’intero progetto è costruito sull’uso esclusivo della pellicola, senza interventi digitali. Ogni fotografia esiste come oggetto fisico, risultato di un processo manuale che coinvolge tempi lunghi, competenze tecniche e presenza materiale. Il bianco e nero agisce come strumento di concentrazione, riduce all’essenziale, rende leggibili le tensioni interne all’immagine senza cedere all’effetto.
La stampa analogica — realizzata presso uno dei laboratori storici italiani — introduce una dimensione tattile che rafforza la coerenza tra gesto e risultato. Ogni immagine porta con sé la memoria della sua costruzione, non come retorica artigianale, ma come dichiarazione di metodo.

In Habanarquia, l’Avana non appare come un insieme da comprendere, ma come un campo visivo in perenne ridefinizione. Il fotografo costruisce un ritmo fatto di pause, eccentricità, raddoppi. Ogni soggetto sembra attraversato da un’energia diffusa, che si esprime nei dettagli più marginali: una grata, un’ombra, una postura, un muro graffiato.
L’anarchia evocata dal titolo non coincide con il caos, ma con una forma di resistenza visiva. Ogni immagine propone un ordine non imposto, nato da una relazione tra autore e contesto. Ne deriva una poetica dello sguardo che accoglie l’imperfezione, la discontinuità, il fuori campo.
Un attraversamento senza mediazioni
Presentata all’interno del Festival Orizzonti, la mostra segna un momento importante per il lavoro di Giovanni Stella, che si confronta per la prima volta con uno spazio istituzionale internazionale. L’interesse per L’Avana nasce da un’esperienza diretta, da un coinvolgimento non episodico. Il fotografo si immerge nella città senza strategie mimetiche, scegliendo un avvicinamento critico, ma non invasivo.

Il progetto acquisisce così una dimensione ulteriore: più che raccontare una città, la mostra costruisce una forma visiva di prossimità, un modo per stare dentro il paesaggio urbano senza pretese di dominio. L’immagine diventa spazio di relazione, interruzione, ascolto.
Vademecum
HABANARQUIA
fotografie di giovanni stella
a cura di rodolfo antonio renzoli medina
10 giugno – 8 luglio 2025
L’Avana – Cuba
Centro Provincial de Artes
Plasticas y Diseño
Oficios número 362,
esquina Luz
La Habana Vieja
La Habana