RAVENNA – Dante e Faruffini: il fascino del Poeta su un pittore dell’Ottocento è la mostra visitabile fino al 26 febbraio 2022 nella Manica lunga della biblioteca Classense di Ravenna.
Si tratta di un omaggio al pittore lombardo Federico Faruffini (1833-1869), il cui percorso artistico ha più volte incrociato il Sommo Poeta, di cui fu attento ed appassionato lettore.
Faruffini un artista tormentato e rivoluzionario
Federico Faruffini (Sesto San Giovanni 1833 – Perugia 1869), vicino alla Scapigliatura, morto suicida nel 1869, passò dalla pittura storica all’incisione e alla fotografia, sempre con originalità e dedizione. Fu apprezzato da molti contemporanei ma anche osteggiato da parte della critica ufficiale, soprattutto di ambito milanese. Sono noti anche i suoi sentimenti patriottici e la vicinanza alla famiglia Cairoli.
Sue opere si trovano nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma, della Pinacoteca di Brera e della GAM di Milano, e ai Musei Civici di Pavia che hanno collaborato alla realizzazione della mostra.
“Il fascino del Poeta su un pittore dell’Ottocento”
La mostra ravennate indaga il rapporto tra i due attraverso pochi dipinti, incisioni e volumi d’epoca che vanno a formare un itinerario raccolto e prezioso.
Tra le opere più importanti, il celebre “La porta di casa degli Alighieri. Reminiscenze a Firenze” (olio su tela, 1859, coll. priv.), recentemente esposto a Forlì, Musei di San Domenico, che si potrà ammirare per la prima volta accanto al delizioso bozzetto preparatorio e all’incisione che lo stesso artista ne trasse, quest’ultima concesso dai Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia insieme ad un’altra opera.
Il percorso, idealmente partito da Firenze, dove il pittore si ispirò nel 1856 per “La porta di Casa degli Alighieri”, termina con l’opera incisoria intrapresa da Faruffini per l’edizione Pagnoni della Commedia (1865) e soprattutto con l’albo di firme della tomba di Dante, ms. Classense n. 626 (1863-1897), che contiene un disegno dantesco, recentemente riscoperto dal curatore della mostra, tracciato da Faruffini il 27 ottobre 1863 in occasione di un suo finora sconosciuto viaggio in Romagna.
L’esposizione riannoda i fili di un antico rapporto tra Ravenna, Dante e i viaggiatori che nel tempo hanno reso omaggio al sepolcro del Poeta. Tra questi Vittorio Alfieri, Lord Byron, Pio IX, Vittorio Emanuele II e altri sovrani, d’Annunzio, Eleonora Duse, Nazario Sauro, e poi ancora De Gasperi, Einaudi, fino a Gino Bartali.
«La presenza di Faruffini a Ravenna – afferma Fabio Sbaraglia, assessore alla Cultura -rappresenta un episodio che consolida il ruolo della città come vero e proprio santuario del culto dantesco tra Otto e Novecento. In occasione del Settecentenario della morte di Dante questa mostra arricchisce ulteriormente il vastissimo programma espositivo che la città ha dedicato al Poeta e fa da complemento alla grande mostra del MAR “Dante. Un’Epopea POP“».
«La biblioteca Classense, che da poco ha scoperto di possedere un inedito emozionante disegno di Faruffini – evidenzia Maurizio Tarantino, direttore dell’Istituzione biblioteca Classense – prosegue nella sua opera di valorizzazione del lascito dantesco, attenta custode del patrimonio ma anche capace di rinnovare l’attenzione nei confronti di questi beni».
Per informazioni: segreteriaclas@classense.ra.it – www.classense.ra.it/faruffini