LOCARNO – E’ l’immagine del grande americano Irving Penn, datata 1949-1950, a introdurre la mostra “Look at me! Il Corpo nell’Arte dagli anni ’50 a oggi”, a cura di Angela Madesani e Annamaria Maggi, aperta al pubblico fino al 5 gennaio 2020.
“La prospettiva dalla quale si è partiti – racconta Madesani – è un’indagine sulla relazione tra il corpo femminile e maschile e le ricerche di alcuni importanti artisti che hanno lavorato con il cinema, il video, la fotografia, l’installazione. Una ricerca che esce dal riduttivo concetto di genere per porre in dialogo artisti e opere assai diversi fra loro”. “Il corpo – continua Maggi – nella storia dell’arte è il soggetto più antico: sin dalle prime forme di rappresentazione, e per molti versi ancor oggi, il corpo umano è il soggetto principe delle diverse pratiche artistiche. Senza il corpo non ci sarebbe l’arte. In passato la figura umana è stata l’imprescindibile strumento per comunicare storie e per dare forma visibile a sentimenti, credenze e concetti; ancor oggi, nonostante il moltiplicarsi di tendenze e prassi non figurative succedutesi nell’ultimo secolo, il corpo rimane ancora il protagonista della ricerca di molti degli autori contemporanei più radicali e interessanti: il corpo continua a venir chiamato dall’arte ad esser simbolo”.
La mostra propone una serie di lavori, alcuni dei quali sono il risultato di azioni performative, come nel caso di Marina Abramovic, di Vito Acconci, di Urs Lüthi, di Ana Mendieta, di Fabio Mauri, di Bruce Nauman, di Denis Oppenheim e di Gina Pane. Si passa poi alle opere di grandi fotografi che hanno posto il corpo al centro delle loro ricerche, come Robert Mapplethorpe. Moda, pubblicità, sono invece il fulcro del lavoro di uno dei più irriverenti autori della fotografia degli ultimi trent’anni, David Lachapelle.
In esposizione anche le donne, in pose inequivocabilmente erotiche, dell’artista-fotografo giapponese Nobuyoshi Araki e le giovani modelle del connazionale Izima Kaoru. Immagini di grande eleganza, in aperto contrasto con quelle dure, esplicite dell’americana Nan Goldin. Eros e thanatos è anche il soggetto delle immagini in mostra dell’americano Andres Serrano. Si prosegue con gli struggenti autoritratti di Francesca Woodman. Autoritratti sono anche quelli di Cindy Sherman, che sin dai primi passi in ambito artistico, ha utilizzato il travestitismo e il trasformismo. Così come Luigi Ontani, che dagli anni Settanta si autoritrae in diverse fogge.
Immancabili sono le fotografie di grandi dimensioni di Spencer Tunick e un grande lavoro di Vanessa Beecroft. Il corpo, il suo, è anche il fulcro dei lavori dell’iraniana Shirin Neshat.
La mostra fa parte del calendario ufficiale degli eventi collegati a “Il Tempo delle Donne”, la festa-festival organizzata da Corriere della Sera e La27esimaOra, in svolgimento a Milano fino al 15 settembre 2019.
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Vademecum
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