ROMA – Sino al 2 febbraio 2020 la Galleria Corsini ospita la mostra “L’enigma del reale. Ritratti e nature morte dalla Collezione Poletti e dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini” a cura di Paola Nocita.
L’esposizione presenta 28 opere, molte delle quali mai esposte a Roma provenienti dalla collezione di Geo Poletti (Milano 9 aprile 1926 – Lenno 13 settembre 2012), storico dell’arte, connoisseur, pittore e collezionista, messe a confronto con alcuni dipinti del museo e un’opera proveniente dal Museo nazionale di Varsavia. Sono esposte in larga parte nature morte seicentesche, da quelle di ambito caravaggesco romano, alle “Cucine” emiliane, dalle più sobrie e intime nature morte lombarde. Completa il percorso espositivo un approfondimento sulla cosiddetta “Pittura di Realtà”.
Pittore egli stesso dopo l’incontro con Mario Sironi, Geo Poletti fu poi influenzato dalle opere di Umberto Boccioni, Giorgio De Chirico, Arturo Martini e soprattutto Francis Bacon. Una sua mostra si tenne nel 1962 alla Galleria Il Milione di Milano, curata da Giovanni Testori. Nel catalogo della sua personale, sempre al Milione nel 1967, lo storico dell’arte Francesco Arcangeli lo descrisse come “appassionato conoscitore di molta arte del passato ma uomo moderno”.
La conoscenza nel 1951 di Roberto Longhi segnò una svolta determinante nei suoi interessi per le opere d’arte. Il suo gusto e la sua cultura di collezionista maturarono nel continuo confronto con storici dell’arte e studiosi; oltre a Longhi, vi furono Giuliano Briganti, Federico Zeri e Mina Gregori, ovvero i maestri della disciplina storico artistica in Italia. Poletti ne condivise la passione per l’arte di Caravaggio e dei caravaggeschi e la riscoperta critica per il genere della natura morta.
“Un’esposizione – ha spiegato la direttrice Flaminia Gennari Santori – fortemente voluta perchè come per la mostra di Mapplethorpe anche in questa occasione alla Galleria Corsini si prosegue con l’espolazone del collezionismo, sia come pratica che come categoria culturale, tema costitutivo e identitatio delle Gallerie Nazionali di Roma“.
Ai più esperti ed appassionati la mostra offre un mistero : quello del Pescivendolo, tre versioni dello stesso ritratto di Pescivendolo, tutte di alta qualità, riconducibili all’ambito napoletano di metà Seicento ed eccezionalmente esposte insieme. Il prototipo è la tela delle Gallerie Nazionali, come emerge anche dalle indagini diagnostiche. Il dipinto della collezione Poletti, precedentemente in una raccolta veneziana, deriva da quello delle Gallerie Nazionali, ma se ne differenzia per un’accentuazione nei rossi e nei verdi e un’intonazione più chiara negli incarnati.
L’opera del Museo Nazionale di Varsavia, a cui pervenne nel 1969, presenta una materia pittorica fortemente chiaroscurata e l’aggiunta di alcune monete in primo piano. Le opere hanno avuto nel tempo varie attribuzioni, dal pittore romagnolo Guido Cagnacci (1601-1663) al fiorentino Orazio Fidani (1606 –1656). Tuttavia, la libertà di esecuzione, l’energia, il chiaroscuro drammatico e il naturalismo crudo del brano di pesci in primo piano ne collocano l’invenzione e l’esecuzione nell’ambiente napoletano della metà del secolo. Ad infittire la questione delle tre versioni è il soggetto, piuttosto raro: un pescivendolo, dallo sguardo enigmatico, la bocca socchiusa, un coltello nella mano che sventra con gesto violento un pesce (una rana pescatrice). Accanto una bilancia, una cesta e altre creature marine.
E poi tante nature morte, quelle che Geo Poletti amò maggiormente e che iniziò a collezionare: due pendant con Bouquet di fiori, dalla luminosità chiara e dai colori scintillanti, attribuite da Geo Poletti allo stesso Caravaggio, la Natura morta con tuberosa delle Gallerie Nazionali, tre raffinati dipinti del genovese Bernardo Strozzi e della sua bottega: la Cesta con il grande cavolo e il vaso di peonie e il Catino di rame con ibischi. E ancora le due Cucine emiliane della seconda metà del Seicento, le nature morte lombarde, quella attribuita all’ambito di Luis Meléndez e infine quella giovanile di Evaristo Baschenis, secondo alcuni il massimo nome italiano di natura morta. Da notare che le opere più significative della collezione Poletti sono quasi tutte esposte senza cornice, secondo il gusto del collezionista milanese che non voleva che nulla andasse ad intaccare la visione delle opere.
Agli appassionati di botanica è dedicata la conferenza di Flavio Tarquini, coordinatore scientifico dell’Orto Botanico che analizzerà le diverse specie botaniche presenti nelle tele, fissata per il 13 dicembre.
Foto Alberto Novelli
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Vademecum
Galleria Corsini, via della Lungara 10 – Roma
dal 24 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020,
mercoledì/lunedì 8.30 – 19.00.
BIGLIETTO BARBERINI CORSINI: Intero 12 € – Ridotto 2 € (per i giovani dai 18 ai 25 anni)
Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini.
Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.
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