ROMA – Un’insolita mostra quella che accoglie i visitatori, da martedì 23 ottobre 2018, alle Terme di Caracalla. Ad animare questi suggestivi spazi sono infatti i suoni. “Omnia Flumina Romam Ducunt”, questo il titolo dell’installazione ideata dal compositore statunitense Alvin Curran, è una composizione di architetture sonore, concepita come parte integrante degli spazi e delle strutture antiche che la ospitano. Si basa su registrazioni di suoni naturali e sintetici, intervallati da momenti di silenzio.
E’ come l’artista avesse voluto immaginare i suoni che animavano le Terme nel III secolo: animali quali usignoli, cavalli, leoni e l’immancabile Lupa di Roma, e poi ancora fiumi e corsi d’acqua, frammenti di voci umane in lingua latina, testi di poeti ed architetti dell’epoca. Sullo sfondo i rumori ambientali del presente. Ci sono registrazioni di molti anni fa del Ponte di Brooklyn, suoni metallici, elettronici, di percussioni, ma ancheun frammento di voce di Demetrio Stratos, il celebre cantante del gruppo musicale degli Area.
Suoni che arrivano da ogni direzione e che invitano lo spettatore a inventare una propria narrazione in uno scorrere del tempo che si estende dal passato al futuro. Currin ha creato un’architettura non invasiva di segni sonori che si diffondono grazie a oltre 20 altoparlanti quasi invisibili, posizionati in diversi punti, da quelli più alti delle Terme fino ai pozzi di drenaggio.
“La composizione musicale di puro disegno spaziale e di immaginazione poetica – spiega l’artista – è un’opera minimal di arte sonora elettronica. L’architettura delle Terme è come una grande tela che accoglie pennellate di suono. Una tela che ad ogni ciclo e motivo degli elementi sonori apparirà nuova ed originale”.
La mostra, visitabile fino al 13 gennaio 2019 è promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma con Electa, e curata da RAM radioartemobile.