ROMA – Sono stati identificati ne “La Camera degli Sposi” di Andrea Mantegna i sintomi di una particolare malattia, la neurofibromatosi tipo 1 (NF1), nota anche come malattia di Von Recklinghausen. A rivelarlo è la rivista inglese “The Lancet Neurology”, sulla quale è stata pubblicata una ricerca del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche (DSSPP) dell’Università di Torino. Autrice dell’articolo è Raffaella Bianucci, antropologa e paleopatologa della Sezione di Medicina Legale del DSSPP, che spiega: “L’arte riveste un ruolo fondamentale nell’ambito della scienza medica. Le rappresentazioni artistiche permettono agli studenti di medicina di sviluppare in ambiente ‘protetto’ le proprie capacità di osservazione, descrizione e interpretazione, capacità che saranno loro necessarie nello svolgimento della professione”.
Quella del Mantegna è la prima rappresentazione pittorica della malattia ed è stata raffigurata addirittura circa 80 anni prima della sua scoperta. La prima descrizione della malattia di Von Reck linghausen, ad opera del medico e naturalista Bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605), risale infatti al 1592, mentre l’opera sarebbe stata dipinta dal Mantegna tra il 1465 e il 1474 per il Palazzo Ducale di Mantova. Nell’affresco sarebbe la fantesca a mostrare i sintomi della malattia. Cinque neurofibromi, ovvero tumori della guaina dei nervi periferici che si presentano sotto forma di lesioni cutanee, sottocutanee o plessiformi, sul viso più un neurofibroma sul dorso della mano destra, almeno cinque macchie caffè-latte sulle guance e sul mento, svariati noduli di Lish nell’iride destra e sinistra, una marcata riduzione della statura sconfinante in un nanismo ipofisario.