VENEZIA – Arshile Gorky: 1904-1948 è la mostra, curata da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, e da Edith Devaney, curatrice alla Royal Academy of Arts di Londra, che verrà ospitata a Ca’ Pesaro nel maggio del 2019 e che intende ripercorrere le tappe della straordinaria carriera di Gorky, artista armeno naturalizzato statunitense.
Dai primi lavori degli anni Venti la mostra giungerà fino alla fase in cui l’artista sintetizza tutti gli stimoli e le esperienze per approdare a una originale e singolarissima visione. Partendo dunque dall’approccio di Gorky alla pittura, connotato dal rapporto con le composizioni di Cézanne, passando per gli studi dei maestri e dei movimenti moderni, la sezione finale della mostra evidenzierà con quale forza l’energia pittorica e l’immaginazione dell’artista si uniscano ad un rinnovato incontro con la natura, nei paesaggi della Virginia e del Connecticut, durante le estati del 1942-45. Una selezione di questi capolavori maturi, con la loro gamma di surreale, di astratto, di figurativo, rivela un artista al culmine del suo straordinario potere creativo.
Oltre ad aver dato vita ad un corpus di opere di grande importanza e di immediata riconoscibilità, Gorky ha lasciato in eredità anche una visione unica che lo colloca tra i principali protagonisti nello sviluppo del movimento dell’Espressionismo Astratto. La singolare capacità di Gorky di comprendere e assimilare i diversi movimenti del Novecento lo distinse come figura centrale, tale da influenzare molti altri artisti, a partire da Willem de Kooning, che lo riconobbe come forza trainante tra i pittori del suo tempo, fino a Cy Twombly, Helen Frankenthaler, Jack Whitten.
L’esposizione, oltre ai dipinti, presenterà anche una selezione di lavori su carta che dimostrano la mano incredibile di Gorky.
Le 80 opere in mostra giungeranno da collezioni internazionali, sia istituzionali che private, come la Tate di Londra, la National Gallery of Art di Washington DC, il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi, Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, l’Israel Museum di Gerusalemme.