ISLAMABAD – Si troverebbe in Pakistan la più antica statua al mondo del “Buddha dormiente”. La notizia è stata diffusa dalla tv DawnNews. La monumentale scultura di 15 metri è stata rinvenuta durante gli scavi archeologici vicino ad una “stupa”, ovvero un monumento buddhista utilizzato per conservare reliquie, nel distretto di Haripur della provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkhwa.
Abdul Samad, direttore del Dipartimento provinciale di Archeologia e Musei, ha reso noto: “durante gli scavi vicino alla ‘stupa’ di Bhamala è stata portata alla luce una statua di ‘Buddha dormiente’ risalente al III secolo, lunga quasi 15 metri, la più antica che a oggi si conosca di questo tipo”. Samad ha poi spiegato che la scultura ha la testa intatta e che durante il lavoro di scavo sono stati trovati oltre 500 oggetti legati al culto di Buddha. L’archeologo ha poi aggiunto che il sito archeologico in questione è “uno dei pochi al mondo ad avere una ‘stupa cruciforme’ che all’epoca era riservata allo stesso Buddha”. I recenti rinvenimenti, secondo gli esperti, apriranno nuovi capitoli nella storia della antica civiltà della Valle di Taxila.
E sempre rimanendo in tema di Buddha, è di questi giorni la scoperta in Cina di presunti resti dell’Illuminato. Sono stati infatti ritrovati resti umani cremati in un contenitore di ceramica nella contea di Jingchuan. Secondo una iscrizione, i resti apparterrebbero all’Illuminato e sarebbero stati sepolti nel 1013. Il testo dell’iscrizione recita: «I monaci Yunjiang e Zhiming della scuola Lotus, che appartenevano al tempio Mañjusri del monastero di Longxing nella prefettura di Jingzhou, hanno raccolto più di 2 mila pezzi di sharira, come denti e ossa del Buddha, e li hanno seppelliti nella sala Mañjusri di questo tempio».
La parola sharira indica qualsiasi tipo di reliquia legata a Buddha. Vicino ai resti sono state rinvenute anche 260 statue. Al momento comunque non vi è certezza da parte degli archeologi sull’appartenenza dei resti riportati alla luce. Per quanto concerne le statue, invece, non sarebbero coeve all’iscrizione. Fonte della notizia è la rivista inglese Chinese Cultural Relics.