BERLINO – Si tratta di una nuova installazione di Ai Weiwei, l’artista, attivista cinese, che ha voluto ancora una volta focalizzare l’attenzione sul tema dei rifugiati e dei migranti. Di recente la sua foto, in cui da protagonista riproponeva l’immagine del piccolo Aylan, il bimbo morto annegato in fuga dalla guerra, riverso sulla spiaggia, aveva destato non poche polemiche e critiche.
Oggi Ai Weiwei propone una nuova interpretazione della tragedia che ormai non manca di riempire le pagine delle cronache. Questi che “adornano” le colonne del teatro dell’opera, sono quegli stessi giubbotti, fabbricati in Turchia a poco prezzo, ma rivenduti a “caro” prezzo ai profughi per le loro traversate spesso dall’esito drammatico. Basti pensare che solo lo scorso anno sono stati più di 3.700 e quest’anno oltre 400 i migranti che hanno perso la vita nella traversata del Mediterraneo.
L’installazione, trovandosi nella piazza centrale di Gendarmenmarkt, lunedì 15 febbraio sarà visibile in occasione del della consegna dei premi del gala ‘Cinema per la pace’, nell’ambito della Berlinale.
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