BRESCIA – Inaugurato a fine ottobre con un’opera di Rä di Martino, il progetto SubBrixia, curato da Nero, che opera nel campo della cultura e delle arti contemporanee, ideato e prodotto da Brescia Musei e Brescia Mobilità in collaborazione con il Comune di Brescia, prosegue con l’intervento di Marcello Maloberti. Una sorta di museo sotterrraneo accompagnerà quindi il viaggiatore attraverso un racconto fantastico realizzato con linguaggi multiformi ed eterogenei. Il progetto, ambizioso e innovativo, si propone di portare l’arte contemporanea in un luogo ad alta frequentazione quale è una metropolitana, nel tentativo di avvicinare i linguaggi artistici contemporanei al grande pubblico.
Nell’idea degli organizzatori il progetto non si fermerà qui. La volontà è infatti quella di estendere gli interventi artistici anche alle altre fermate proprio come una sorta di museo d’arte contemporanea accessibile a tutti in città o meglio: sotto la città.
L’esperimento di Brescia non è tuttavia l’unico, non mancano infatti esempi illustri, basti pensare alla metro di Napoli o a quella di Londra, per non parlare poi di quella di Stoccolma che con i suoi 110 km di lunghezza è considerata l’esposizione d’arte più estesa del mondo.
A Brescia, la linea metropolitana è invece composta da 17 stazioni e percorre la città per una lunghezza complessiva di circa 14 chilometri. Dopo Rä di Martino e Marcello Maloberti, seguiranno nei mesi a venire le opere di Francesco Fonassi, Patrick Tuttofuoco e Elisabetta Benassi.
Marcello Maloberti che vive e lavora a Milano, ha ideato una installazione dal titolo Brixia. Si tratta di una scultura-oggetto che si sviluppa in verticale, tagliando orizzontalmente lo spazio, cadendo dall’alto come un lampadario e facendo da punctum attrattivo per il passante. La scritta “Brescia” è messa sottosopra per rappresentare idealmente una seconda città, quella “archeologica” che si sviluppa sottoterra. Due città speculari, una che si sviluppa in superficie, l’altra antica sottoterra. L’idea del cartello stradale è strettamente legata al luogo, cioè una delle porte della città.
Il progetto è stato realizzato anche grazie ai contributi del Progetto Moving Culture, del Fondo Regionale Expo 2^ fase, con il sostegno di Regione Lombardia e alla collaborazione di ATS Expo.