NEW YORK – Quattrocentrentadue mila dollari per un dipinto in realtà “non dipinto”, ma creato da un algoritmo, quindi sostanzialmente da un’intelligenza artificiale. Si tratta del “Ritratto di Edmond de Belamy” realizzato dal collettivo Obvious, composto da Hugo Caselles-Dupré, Pierre Fautrel e Gauthier Vernier.
L’opera è stata realizzata utilizzando un software di intelligenza artificiale, grazie ad un nuovo tipo di algoritmo sviluppato da un ricercatore di Google, ed è solo uno degli 11 ritratti ideati dal collettivo francese, che formano la “famiglia Belamy”.
Il venticinquenne Fautrel, del collettivo Obvious, ha spiegato che per generare l’algoritmo matematico che ha “dipinto” il quadro, che sembra raffigurare un corpulento uomo borghese del XIX secolo, ci sono voluti circa 15 mila ritratti, realizzati tra il XIV e il XX secolo. Il quadro insomma è stato di fatto realizzato da un computer, ovviamente a destra della tela, a mo’ di firma, c’è una formula matematica. Il collettivo ha poi stampato l’opera e aggiunto la cornice.
Il “dipinto”, battuto lo scorso 25 ottobre, è stato presentato con una base d’asta che oscillava tra i 7 e i 10 mila euro. L’aggiudicazione, a un collezionista che ha voluto restare anonimo, è avvenuta dopo una gara al rialzo che ha suscitato grande eccitazione nella sala d’asta, fino appunto al raggiungimento degli inaspettati 432mila dollari. Alla fine l’opera ha fruttato oltre il doppio degli incassi di una stampa di Andy Warhol e di un bronzo di Roy Lichtenstein, battuti lo stesso giorno da Christie’s.
Richard Lloyd, responsabile internazionale di stampe e multipli per Christie’s, ha commentato: “L’intelligenza artificiale è solo una delle diverse tecnologie che avranno un impatto sul mercato dell’arte del futuro, anche se è troppo presto per prevedere quali potrebbero essere gli effettivi cambiamenti”.