Un progetto di riqualificazione restituisce alla città una piazza pensata per essere attraversata, vissuta, compresa. Al centro, il restauro in corso del Mausoleo di Augusto
Dopo anni di cantiere, Piazza Augusto Imperatore si riconsegna alla città con una nuova forma e una nuova funzione: non soltanto cornice monumentale, ma spazio urbano articolato, accessibile, abitabile. La conclusione dei lavori di riqualificazione segna la prima tappa di un processo che coinvolge anche il cuore dell’area: il Mausoleo di Augusto, oggi al centro di un’operazione di restauro e musealizzazione tra le più complesse della Capitale.
Progettata dall’architetto Francesco Cellini, la piazza si presenta come un piano inclinato che riavvicina il presente alla quota della Roma imperiale. Le due rampe, che scendono verso l’abside di San Carlo al Corso e via di Ripetta, si contestualizzano come gesti progettuali che ricuciono lo strappo urbano creato nel Novecento, quando la monumentalizzazione fascista isolò il Mausoleo in una cornice rigida e decontestualizzata.
Dal sepolcro imperiale al progetto contemporaneo
Al centro di tutto resta il Mausoleo: il più grande sepolcro circolare del mondo antico, edificato nel 28 a.C. per ospitare le ceneri di Ottaviano Augusto e dei suoi discendenti. Un’architettura che ha cambiato pelle più volte, diventando fortilizio, giardino pensile, arena, auditorium, fino a essere inglobata, e in parte oscurata, dalla pianificazione degli anni Trenta.
L’intervento in corso — diretto dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il sostegno della Fondazione TIM e il mecenatismo di Bvlgari — mira a riscrivere il racconto del monumento attraverso un progetto museografico in fase di ultimazione, con nuovi percorsi interni, una selezione di reperti restituiti dagli scavi (tra cui una testa marmorea femminile, lacerti di mosaico e un cippo pomeriale), e un impianto tecnico discreto ma essenziale per garantire stabilità climatica e accessibilità.
Tra città e museo
La riorganizzazione dello spazio pubblico è stata pensata come un dispositivo urbano che rende il monumento leggibile nel paesaggio contemporaneo. La nuova piazza rifiuta la logica del recinto e propone invece una forma di apertura e transizione. È qui che l’architettura dialoga con la topografia, lasciando affiorare porzioni della pavimentazione in travertino del I secolo, e ridefinendo i confini tra spazio archeologico e vita quotidiana.
I collegamenti trasversali — come il futuro passaggio pensile tra via dei Pontefici e Palazzo Correa — sono parte integrante di questa logica: una connessione funzionale e simbolica tra la Roma antica, la città moderna e le sue stratificazioni ancora in movimento.
Un progetto collettivo tra pubblico e privato verso il 2026
Il progetto non sarebbe stato possibile senza il sostegno economico e progettuale di soggetti pubblici e privati. Con oltre 6 milioni di euro, la Fondazione TIM ha finanziato l’intervento sul Mausoleo e promosso un documentario (Il Mausoleo di Augusto – Memory for the future) che ricostruisce l’ascesa del primo imperatore romano intrecciandola con le trasformazioni dello spazio sepolcrale.
A questo si aggiunge l’intervento di Bvlgari, che con una donazione di 700.000 euro contribuirà all’allestimento museale e alla mostra inaugurale. Non si tratta di un’operazione di facciata: l’obiettivo dichiarato è quello di creare un modello di accessibilità culturale integrata, che restituisca un luogo simbolico alla collettività in forme nuove, meno retoriche e più funzionali.
I lavori proseguiranno per 18 mesi, con l’apertura al pubblico prevista entro la fine del 2026. Il progetto museografico, sviluppato in collaborazione con Rem Koolhaas, definirà un percorso chiaro e calibrato, pensato per valorizzare la struttura del Mausoleo nella sua dimensione storica e architettonica, integrandola con il paesaggio urbano contemporaneo.