FIRENZE – E’ di nuovo esposto al Museo Horne di Firenze il “San Rocco” di Bartolomeo della Gatta. Il dipinto è stato sottoposto a un delicato intervento di restauro, reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Friends of Florence, presieduta da Simonetta Brandolini d’Adda.
L’opera si identifica con quella descritta da Giorgio Vasari nella vita di Bartolomeo della Gatta, che l’aveva eseguita per la chiesa di San Pier Piccolo ad Arezzo dopo che, tra il 1485 e il 1486, la peste aveva nuovamente colpito la città. Il dipinto rimase nel convento fino al 1860, purtroppo gravemente danneggiato dalle soldatesche che l’anno precedente erano state lì alloggiate.
Pervenuto sul mercato antiquario, fu acquistato da Herbert Horne nel 1909 e sottoposto a interventi di restauro nel 1928 e nel 1963. A causa di ampie ridipinture e di inadeguati interventi al supporto, vari studiosi negarono l’identificazione con l’opera citata dal Vasari.
Il “San Rocco” è un dipinto su tavola cuspidata dove il santo spicca in primo piano con dimensioni prossime al reale. L’opera nel tempo ha subito diverse vicissitudini legate sia a vicende storiche che a problemi intrinseci alla tecnica esecutiva, arrivando così ai giorni nostri in precario stato di conservazione.
I problemi principali erano dovuti ai movimenti del supporto ligneo che avevano provocato il sollevamento e la perdita di numerose porzioni di colore originale. In passato si era cercato di provvedere al degrado ridipingendo le mancanze e apponendo sul retro una pesante traversatura fissa in ferro. Quest’ultimo intervento ha portato nel tempo a un ulteriore peggioramento delle condizioni.
L’attuale intervento di restauro ha previsto la rimozione della traversatura in ferro sostituita con un sistema di tre traverse a giunti elastici in gradodi sostenere, ma anche assecondare, i naturali assestamenti del supporto ligneo. Ha inoltre portato anche al recupero della corretta planarità superficiale. E’ stato inoltre possibile procedere con il consolidamento dei sollevamenti e la messa in sicurezza del colore originale. Si è poi proceduto con una pulitura di tipo superficiale, mirata alla valorizzazione dell’insieme. Le perdite di colore sono state integrate pittoricamente e le precedenti ridipinture, alcune delle quali alterate, sono state recuperate cromaticamente equilibrandole al livello di lettura acquisito. In sostanza si è dunque trattato di un intervento focalizzato sul recupero delle migliori condizioni di stabilità e conservazione volte alla fruizionedell’immagine dipinta.