FIRENZE – Sono state presentate nella mattina del 2 febbraio, con una cerimonia al teatro del Rondò di Bacco di Palazzo Pitti da parte del maggiore Lanfranco Disibio, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, le opere recuperate a seguito di una lunga indagine, avviata nel giugno del 2015, dopo il furto da un’abitazione in Firenze.
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze vennero a conoscenza della commercializzazione di un dipinto a tempera su tavola, raffigurante una “Madonna col Bambino e quattro angeli musicanti”, con l’immagine dell’opera che stava circolando sui social network, trasmessa anche ad alcuni commercianti d’arte e collezionisti.
Dalle successive verifiche eseguite nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, era emerso che l’opera pittorica non risultava da ricercare. In seguito, il personale del Nucleo specializzato, con la collaborazione dei militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Firenze, impegnati nel sopralluogo per un furto consumato in una abitazione di un collezionista fiorentino, constatarono che una delle opere asportate era proprio quella la cui immagine era stata proposta sul mercato nei giorni precedenti.
L’opera in questione era appunto una tempera su tavola del XV secolo di Apollonio di Giovanni, raffigurante una “Madonna col Bambino e quattro angeli musicanti”. Nello stesso furto erano stati asportati anche un dipinto attribuito ad Andrea del Sarto raffigurante “Cristo Crocifisso con San Giovanni e la Maddalena”, un fondo oro centinato di autore ignoto del XV secolo raffigurante “Madonna col Bambino ed angeli”, quattro dipinti di autore ignoto del XVI/XVII secolo raffiguranti ritratti e scene mitologiche e tre vasi cinesi, per un valore complessivo di circa due milioni di euro.
I militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze cominciarono a quel punto a rivolgere le proprie attenzioni sui soggetti che avevano ricevuto l’immagine dell’opera attraverso i social network ancor prima della consumazione del furto. Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze, hanno consentito di recuperare dalla memoria di un telefonino di uno degli indagati ottanta immagini raffiguranti le opere presenti nell’abitazione del derubato e che in una di queste si notava chiaramente un guanto nero con il quale qualcuno sorreggeva un dipinto. Acquisite le fotografie i militari si recarono presso l’azienda del derubato per mostrare quanto constatato e notarono che in uno degli uffici vi erano dei guanti in uso ai dipendenti identici a quello riprodotto nella fotografia. Da quel momento le attenzioni vennero rivolte ad un ristretto gruppo di persone molto vicine al professionista e venne in seguito accertata l’esistenza di un sodalizio criminale dedito al furto ed alla ricettazione di opere d’arte, composto da nove persone residenti nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Massa e Siena.
Accertati i fatti e le responsabilità dei singoli, nel corso delle perquisizioni delegate, l’intera refurtiva venne recuperata tra Firenze e Chiusi (Siena) e disarticolato il sodalizio criminale. Le nove persone sono state denunciate in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Firenze perché ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di furto e ricettazione.