LUCCA – Prende il via il 17 dicembre 2021, in occasione del quarantennale della Fondazione Centro Studi Ragghianti, la mostra “Levi e Ragghianti. Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura”, a cura di Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna.
Quello dell’amicizia fra Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 1910 – Firenze, 1987) e il pittore, scrittore e uomo politico Carlo Levi (Torino, 1902 – Roma, 1975) è ad oggi un tema poco considerato dalla storiografia e dagli studi accademici.
Un sodalizio di natura politica e di comune interesse per le questioni dell’arte contemporanea
Il rapporto tra Ragghianti e Levi, fondamentale per entrambi, si intensifica a Firenze, durante l’occupazione nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza, soprattutto dopo che Levi, nel 1941, trova rifugio clandestino nella casa di Anna Maria Ichino in piazza Pitti, dove scrive il suo più noto romanzo, Cristo si è fermato a Eboli, cui è dedicata una sezione della mostra.
Non è però soltanto la politica – nelle file del Partito d’Azione – a unirli, ma anche l’intenso confronto sulle questioni dell’arte contemporanea e una condivisa sensibilità per il patrimonio artistico del Paese. Va ricordato il loro intervento congiunto, con l’architetto Giovanni Michelucci, dopo che i nazisti avevano fatto saltare cinque ponti a Firenze, per evitare l’abbattimento della Torre di Parte Guelfa a Ponte Vecchio, un “salvataggio” poi messo in atto dal comando alleato.
Trattandosi di due personaggi che hanno avuto molti e diversi àmbiti di azione e riflessione, la mostra e il relativo catalogo ricostruiscono, oltre agli eventi e alle circostanze della loro amicizia, i nodi identitari di questo rapporto, le questioni teoriche di carattere storico-artistico, e altri punti d’interesse comuni ai due per un’azione da esplicarsi nel quadro di una politica delle arti.
Attraverso opere d’arte, lettere, documenti, fotografie e filmati, la mostra e il catalogo offrono una testimonianza del significato dell’amicizia fra Ragghianti e Levi, anche alla luce della loro formazione culturale.
Carlo Levi 8. Il negro delle Tuileries, 1928 ph. Riccardo Lodovici Carlo Levi 13. Leone Ginzburg, 1933 Matera
Oltre ai documenti, la mostra presenta un nucleo di quasi cento opere di Carlo Levi che, oltre a ricostruire la struttura della monografia del 1948 e delle mostre del 1967 e del 1977 curate da Ragghianti, dà conto anche della cerchia di intellettuali e amici cui i due appartenevano – Eugenio Montale, Giovanni Colacicchi, Paola Olivetti, Aldo Garosci e altri –, con l’aggiunta dei ritratti di personaggi dei quali entrambi avevano stima, come Italo Calvino e Frank Lloyd Wright.
Il comune interesse per il cinema
Un aspetto interessante e nuovo presentato dalla mostra è quello del comune interesse dei due per il cinema: Levi lavora come sceneggiatore e scenografo per alcuni film, disegna il manifesto di Accattone di Pier Paolo Pasolini, e dagli anni Cinquanta in poi, a Roma, diventa un ritrattista ambìto da molti personaggi del mondo del cinema, da Silvana Mangano ad Anna Magnani, da Franco Citti allo stesso Pasolini: tutti questi ritratti sono presenti in mostra, insieme con quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda.
Nell’archivio della Fondazione Ragghianti, così come in quello della Fondazione Carlo Levi di Roma, si conservano documenti che riguardano in special modo la sfera storico-artistica e critica, che fu al centro di questa amicizia.
Nel catalogo, pubblicato dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, sono presenti i testi di Roberto Balzani, Paolo Bolpagni, Maria De Vivo, Daniela Fonti, Antonella Lavorgna e Francesco Tetro.
Vademecum
Levi e Ragghianti. Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura
17 dicembre 2021 – 20 marzo 2022
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
Via San Micheletto 3, Lucca