ROMA – Si potrà ammirare dal 25 gennaio, alle Gallerie Nazionali di Arte Antica, il Cristo Portacroce di Giorgio Vasari. L’opera, che costituisce uno dei vertici della produzione dell’artista aretino, testimonia un momento assai importante dell’attività romana di Vasari, allora al servizio di papa Giulio III e della sua cerchia.
Il ritrovamento del dipinto si deve a Carlo Falciani, esperto studioso di pittura vasariana, che lo ha riconosciuto nel quadro registrato da Vasari nel proprio libro delle Ricordanze, indicandone la data e il nome del prestigioso destinatario, Bindo Altoviti. Quest’ultimo era il prototipo dell’uomo di corte rinascimentale, dedito alle arti non meno che agli affari. Stimato da Michelangelo, che gli regalò uno dei cartoni della volta della Sistina, venne ritratto da Raffaello, Benvenuto Cellini, Francesco Salviati e Jacopino del Conte. Il suo celebre palazzo romano presso ponte Sant’Angelo, nella roccaforte del commercio bancario dell’Urbe, era “riccamente ornato di anticaglie e altre belle cose”, tra cui le decorazioni ad affresco eseguite da Giorgio Vasari. Fiero sostenitore della fazione antimedicea, venne condannato in contumacia da Cosimo I e morì a Roma nel 1556.
Tra gli artisti legati ad Altoviti, un posto d’onore spetta certamente a Giorgio Vasari. Le fonti ricordano infatti numerose opere a lui commissionate, a partire dalla celebre pala dell’Immacolata Concezione della chiesa di Ognissanti a Firenze (1540-1541) fino a questo straordinario Cristo portacroce del 1553. Si tratta delle ultime opere realizzate dal pittore a Roma, prima di tornare a Firenze per entrare al servizio dell’acerrimo nemico di Bindo Altoviti, Cosimo I de’ Medici.
Riportata nel suo contesto, l’opera si rivela un caso esemplare per capire le pratiche di lavoro di Giorgio Vasari e i caratteri peculiari della sua fortunatissima ‘maniera’.
Il dipinto, passato nel Seicento nelle collezioni Savoia, era da tempo considerato perduto, finché non è stato identificato con questa tavola recentemente comparsa ad un’asta ad Hartford (USA). Un recupero straordinario che, grazie alla generosità dei proprietari, è oggi possibile esporre per la prima volta al pubblico, dopo essere stato restaurato presso lo studio “Daniele Rossi” di Firenze.
In occasione della mostra è previsto un ciclo di conferenze sull’opera esposta e la figura dell’artista. Sarà inoltre pubblicato un catalogo (editore Officina Libraria) a cura di Barbara Agosti e Carlo Falciani.
La mostra e il catalogo sono realizzati grazie alla collaborazione e al supporto della Benappi Fine Art.
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Vademecum
Vasari per Bindo Altoviti. Il Cristo portacroce
Roma, Galleria Corsini, via della Lungara 10 – Roma
25 gennaio – 30 giugno 2019
ORARI: dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00.
GIORNI DI CHIUSURA: martedì, 25 dicembre, 1° gennaio
BIGLIETTO BARBERINI CORSINI: Intero 12 € – Ridotto 6 €
Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.
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