ROMA – “Genova. Il ponte sulla città” è il titolo del dipinto donato dal Gruppo Camozzi alla Presidenza della Repubblica, esposto nella mostra permanente Quirinale Contemporaneo, appena inaugurata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’opera, raffigurante il nuovo Ponte di Genova San Giorgio, è stata realizzata dal pittore milanese Alessandro Papetti, su commissione del Gruppo, per celebrare una grande opera infrastrutturale, espressione dell’ingegno italiano, alla cui realizzazione ha partecipato.
Un sistema robotico per il ponte unico al mondo
Il Gruppo Camozzi, multinazionale italiana leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale, fondato nel 1964, ha ideato e realizzato insieme all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova il sistema robotico unico al mondo che contribuisce alla sicurezza del nuovo Ponte. Il sistema, che combina manifattura avanzata, digitalizzazione ed ecosostenibilità, verifica mediante telecamere e sensori lo stato di integrità dell’infrastruttura e, tramite rielaborazione dei dati, permette al gestore di intervenire con azioni di manutenzione in via preventiva.
Il ponte simbolo di rinascita e orgoglio nazionale
Il nuovo Ponte di Genova San Giorgio è immagine di ricostruzione, di rinascita e di orgoglio nazionale. Per questo motivo il Gruppo ha desiderato donare il quadro al Quirinale, affinché la memoria di questo evento, della tragedia e della riscossa, fosse custodita e messa a disposizione di tutti gli italiani.
“Aver partecipato alla realizzazione del nuovo Ponte di Genova – ha detto Lodovico Camozzi, presidente e amministratore delegato dell’omonimo Gruppo – è uno dei motivi di maggior orgoglio per il nostro Gruppo perché non solo è un simbolo di rinascita ma è stata la dimostrazione al mondo che l’Italia, anche dopo le peggiori tragedie, è capace di risollevarsi subito e poi di costruire progetti unici e avveniristici. Sapere che il quadro verrà custodito al Quirinale ci rende ancora più fieri, perché riteniamo fondamentale che l’opera rimanga come patrimonio di tutti gli italiani e che quanto è stato ricostruito non venga mai dimenticato dalle future generazioni”.
Il dipinto
Il quadro realizzato da Alessandro Papetti (Milano 1958) è un olio su tela eccezionale anche per dimensioni (2,7 per 4,5 metri). Raffigura il ponte nella sua interezza, proteso sulla città di Genova con cui si fonde. Il radicamento del ponte tra le case rimanda al rapporto con la comunità, così come la presenza di un cantiere fa memoria e costituisce testimonianza del lavoro svolto per costruirlo.
L’opera, collocata nella Sala del plastico del palazzo del Quirinale, entra a far parte di una Collezione di 101 dipinti e 102 oggetti di design del periodo repubblicano che arricchiscono le sedi della Presidenza della Repubblica.
“Quando ho cominciato a pensare al dipinto – ha spiegato Alessandro Papetti – ho avvertito un senso di responsabilità per il valore simbolico che il soggetto rappresentava di per sé e di conseguenza a quello che il mio operato poteva assumere. Se un ponte è metaforicamente punto di congiunzione, di unione e continuità, in questo caso è soprattutto di una drammatica frattura che si tratta. Della ricucitura di una ferita che non vuole e non può essere dimenticata. E della possibilità di una rinascita. Di fatto, un dipinto sul tema della memoria, che ho cercato di affrontare senza retorica, con silenziosa oggettività e rispetto”.