TORINO – FPT Industrial, multinazionale leader nella produzione di motori industriali, consolida il suo impegno nei confronti dell’arte contemporanea, promuovendo in collaborazione con Artissima, la più importante fiera italiana d’arte contemporanea, la seconda edizione del Premio FPT for Sustainable Arts.
L’annuncio è stato dato congiuntamente da Ilaria Bonacossa, direttore di Artissima, e Carlo Moroni, Head of Communication di FPT Industrial.
FPT for Sustainable Arts
Il Premio si propone di selezionare l’artista la cui ricerca e opere siano frutto di una filiera concettuale e di produzione virtuosa sostenibile, con particolare attenzione all’ambiente marino.
L’edizione 2021 verrà assegnata che, attraverso il suo significato simbolico, sarà in grado di evocare la complessità, la fragilità e la bellezza dell’ecosistema marino.
La prima edizione è stata vinta dall’opera “Mare” di Renato Leotta, successivamente acquistata da FPT. “Mare” è un “orizzonte” appartenente alla serie di teli dalle diverse tonalità di blu che l’artista in parte immerge nel mare e lascia poi sulla spiaggia, sotto il sole, ad asciugare: il fenomeno fisico della cristallizzazione del sale disegna una trama sulla superficie blu, tracciando così un orizzonte ideale sui tessuti.
“Sono veramente lieta che la partnership tra Artissima e FPT Industrial continui all’insegna della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente marino” – dice Ilaria Bonacossa. – “Allo stesso tempo, questa collaborazione consente alla nostra fiera d’Arte di uscire dagli spazi espositivi convenzionali per raggiungere un pubblico ancora più ampio, al fine di promuovere il lavoro e le idee innovative di una giovane generazione di artisti e creativi”.
“Con la seconda edizione del nostro Premio, intendiamo ribadire il nostro impegno a favore della sostenibilità dei processi produttivi” – afferma Carlo Moroni. – “E lo facciamo a nostro modo. Utilizzando un diverso punto di vista – quello dell’Arte – e portando questo sforzo più vicino a un pubblico nuovo, attento sì ai problemi del pianeta, ma che deve anche ricordare che ‘verde’ non deve essere solo il prodotto, ma anche il processo che ha portato alla sua realizzazione”.