Dal 28 settembre al 26 gennaio 2025, a Rovigo la più approfondita monografica italiana dedicata a Henri Cartier-Bresson, un evento che esplora il profondo legame tra il maestro francese e l’Italia.
ROVIGO – Palazzo Roverella a Rovigo ospita una monografica che documenta in modo esaustivo il rapporto tra Henri Cartier-Bresson, definito “l’occhio del secolo”, e l’Italia. Attraverso circa 200 fotografie e numerosi documenti – giornali, riviste, volumi, lettere – viene ricostruita la storia di una relazione iniziata negli anni Trenta e proseguita fino agli anni Settanta, periodo in cui Cartier-Bresson ha gradualmente abbandonato la fotografia..
Il primo viaggio italiano di Henri Cartier-Bresson
La mostra si apre con il primo viaggio di Henri Cartier-Bresson in Italia, avvenuto all’inizio degli anni Trenta. All’epoca, il fotografo, nato nel 1908, aveva appena deciso di dedicarsi completamente alla fotografia, abbandonando la pittura.
In compagnia dell’amico poeta André Pieyre de Mandiargues e della pittrice Leonor Fini, Cartier-Bresson realizza alcuni degli scatti più celebri della sua carriera, molti dei quali sono presenti in questa sezione.
L’esplorazione del Sud Italia negli anni Cinquanta
Il secondo viaggio di Cartier-Bresson in Italia, altrettanto significativo, si svolge nei primi anni Cinquanta e si concentra sull’Abruzzo e la Lucania. Queste regioni, emblematiche del Sud Italia, rappresentano un terreno fertile per l’indagine fotografica, in cui tradizione e modernità si intrecciano.
La figura di Carlo Levi, scrittore e pittore, emerge come riferimento cruciale per Henry Cartier-Bresson e altri fotografi dell’epoca. Le immagini catturate dal maestro francese a Scanno e in altri luoghi del Sud, compresi momenti storici come la distribuzione delle terre, sono tra le più rilevanti dal punto di vista documentario e artistico.
Henry Cartier-Bresson e le grandi città italiane
Durante gli anni Cinquanta e Sessanta, Cartier-Bresson torna più volte in Italia, quando ormai è riconosciuto come una leggenda vivente della fotografia. Realizza reportage per importanti riviste illustrate come “Holiday” e “Harper’s Bazaar”, concentrandosi su città come Roma, Napoli e Venezia, nonché su località come Ischia e la Sardegna.
Le sue fotografie catturano l’essenza di un’Italia in bilico tra tradizione e cambiamento, ancora lontana dall’influenza culturale americana. Alcuni scatti di Roma confluiscono nel celebre libro “Les Européens” (1955), che documenta la rinascita dell’Europa nel dopoguerra.
Gli ultimi scatti: Matera e l’industria italiana negli anni Settanta
La mostra si conclude con le immagini realizzate da Cartier-Bresson nei primi anni Settanta, in particolare a Matera. Questo ritorno ai luoghi già esplorati vent’anni prima permette di osservare le continuità e le discontinuità del tempo, l’avanzare della modernità e la persistenza delle identità locali. La rassegna presenta anche scatti dedicati al mondo industriale italiano, con un focus su Olivetti e Alfa Romeo.
Un allestimento curato e documentato
Le opere esposte, tutte vintage, provengono dalla Fondation Cartier-Bresson e sono accompagnate da testi esplicativi in ogni sala. Un catalogo, edito da Dario Cimorelli Editore, include tutte le opere in mostra, saggi dei curatori e un contributo di Carmela Biscaglia, che approfondisce il legame tra Henry Cartier-Bresson e la Basilicata.
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, con il supporto di Intesa Sanpaolo. L’allestimento è realizzato in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e la Fondazione CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino. La curatela è affidata a Clément Chéroux e Walter Guadagnini, rispettivamente direttori delle due fondazioni.
Palazzo Roverella www.palazzoroverella.com