RAVENNA – Circa 150 fotografie raccontano al MAR Museo d’Arte della città di Ravenna “i magnifici fallimenti” di Oliviero Toscani, in 50 anni di carriera. La retrospettiva, appunto dal titolo “Più di 50 anni di magnifici fallimenti”, a cura di Nicolas Ballario, con l’organizzazione di Arthemisia, mette in scena la potenza creativa del grande fotografo attraverso i suoi lavori più iconici.
Come evidenzia Maurizio Tarantino, direttore del MAR, “i 50 anni di ‘magnifici fallimenti’ di Oliviero Toscani, sono anche una chiave per leggere gli ultimi 50 anni della nostra storia. Una storia come susseguirsi di fallimenti; una storia che, non potrebbe essere altrimenti, è strettamente legata al ‘mercato’, perché, come ci ricorda Enrico Ghezzi, tutta la comunicazione è pubblicità, se non è amore. Ed è forse questo il piùmagnifico dei “fallimenti” di Oliviero Toscani: aver contribuito in una maniera tutta sua a trasformare i mercati (ben prima che i guru del Cluetrain Manifesto lo teorizzassero) in ‘conversazioni’, facendo sì che un jeans attirasse la condanna della Chiesa cattolica espingesse Pier Paolo Pasolini a riflettere sul capitalismo e sul senso del divino, una maglia colorata ci parlasse del valore (o disvalore) dell’identità razziale e religiosa, della guerra e delleingiustizie, della vita e della morte”.
Toscani, attraverso le sue foto si è sempre esposto in prima persona toccando temi importanti come il razzismo, la pena di morte, l’AIDS e la guerra. Ha poi realizzato campagne per il mondo della moda, che ha contribuito a cambiare in maniera radicale. Il percorso espositivo è quindi esplicativo del suo essere, a modo suo, sempre “rivoluzionario” e il titolo della mostra è decisamente emblematico. Per chi conosce la storia di Toscani, sa che “il fallimento rappresenta per l’artista una prospettiva, per non fermarsi mai e sfidare ogni limite”.
Composto da un corpo centrale di 100 fotografie di piccolo formato, il percorso è completato da due corpi di lavoro che si sviluppano lateralmente: il “Progetto Razza Umana” e il “Focus newyorchese”.
Il corpo centrale della mostra si sviluppa partendo dagli anni della formazione, passando per il primo grande scandalo del 1973, quando Toscani fotografa in primissimo piano il fondoschiena di Donna Jordan con su i jeans della marca Jesus e ci piazza sopra lo slogan “Chi mi ama, mi segua”. Gli anni ‘70 sono quelli che lo vedono come forza creativa dietro i più grandi giornali e marchi di tutto il mondo: Vogue, Harpe’s Bazaar, GQ, Elle. E poi Missoni, Valentino, Armani, Esprit, Prenatal, Chanel e soprattutto Elio Fiorucci, il vero innovatore della moda a livello mondiale, con il quale Toscani stringe una forte collaborazione, oltre che un’amicizia indissolubile.
Negli anni ’80 avviene invece l’incontro che cambia il mondo della comunicazione: Toscani inizia a realizzare le campagne per Benetton, dando vita a una serie ormai radicata nell’immaginario di tutti. Viene inventato il marchio “United Colors Of Benetton”. Toscani ribalta il senso delle fotografie di moda e con le campagne Benetton parla di razzismo, fame nel mondo, AIDS, religione, guerra, violenza, sesso, pena di morte.
Anche dopo Benetton i suoi “scandali via advertising” arrivano puntuali. Non mancano gli scatti iconici come il celebre Bacio tra prete e suora del 1992, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996 e No-Anorexia del 2007, attraverso il quale scuote violentemente il fashion system, facendo trovare pronta, proprio per la settimana della moda di Milano, una campagna con la fotografia di una ragazza anoressica completamente nuda, a mostrare i segni distruttivi della malattia che le case di abbigliamento invece sfruttano.
Sempre nel 2007 dà vita al progetto “Razza Umana”, con il quale Toscani ha girato mezzo mondo ritraendo persone nelle piazze e nelle strade, mettendo in piedi uno studio itinerante. Achille Bonito Oliva commenta con queste parole il senso del progetto: “Nella Razza Umana, una galleria infinita di ritratti di varia e anonima umanità, la fotografia non è casuale e istantanea, non è il risultato di un raddoppiamento elementare, bensì di una messa in posa che complica e rende ambigua la realtà di cui parte. In definitiva la Razza Umana è frutto di un soggetto collettivo, lo studio di Oliviero Toscani inviato speciale nella realtà della omologazione e della globalizzazione. Con la sua ottica frontale ci consegna una infinita galleria di ritratti che confermano il ruolo dell’arte e della fotografia: rappresentare un valore che è quello della coesistenza delle differenze”. E’ invece lo stesso Toscani ad affermare nell’introduzione al progetto: “L’unico e vero scopo dell’arte è la testimonianza della condizione umana. Mi sono sempreinteressato all’imperfezione umana. Perché all’interno dell’imperfezione umana c’è tutta lacreatività possibile, di fronte a una quercia, un salta martino, il monte bianco, il mare, micommuovo fino ad un certo punto perché tutti gli elementi della natura sono perfetti. Micommuovodi fronte all’unicità di ogni individuo e per questo fotografo gli esseri umani nellemolteplici espressioni”.
La mostra presenta anche una sezione video con il documentario No-Anorexia, girato in occasione dell’uscita della campagna nel 2008; il video WART, una fortissima sequenza di immagini che racconta il nesso tra guerra e arte, tra bellezza e tragedia e uno speciale della serie “fotografi” di SkyArteHD realizzato interamente sulla figura di Oliviero Toscani.
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Vademecum
Oliviero Toscani. Più di 50 anni di magnifici fallimenti
14 aprile – 30 giugno 2019
MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna
Orari
Martedì – sabato: 9 – 18
Domenica 11 – 19
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso
Biglietti
Intero € 6.00
Ridotto € 5.00
Studenti € 4.00
Anteprima stampa
venerdì 12 aprile ore 12.00
www.mar.ra.it