FIRENZE – A 36 anni di distanza, da quando venne esposto per l’ultima volta in Italia (1982), è arrivato agli Uffizi, ospite per tre mesi, il Codice Leicester di Leonardo da Vinci, grazie al prestito di Bill Gates, fondatore di Microsoft, che ne è proprietario.
Il Codice è il protagonista della mostra “L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci”, a cura di Paolo Galluzzi, che rappresenta l’anteprima di assoluta grandezza delle celebrazioni leonardiane che si svolgeranno in tutto il mondo nel 2019, in occasione dei 500 anni dalla morte del genio (2 maggio del 1519).
La mostra è frutto di un lavoro di due anni e permette, grazie ad eccezionali appartati tecnologici, di consultare il Codice e altri numerosi e preziosi fogli vinciani, e non solo. Oltre al Codice Leicester, infatti, l’esposizione offre alcuni spettacolari disegni originali di Leonardo e fogli da codici di straordinaria importanza, realizzati in quegli stessi anni, come il Codice Atlantico, il Codice Arundel e il Codice sul volo degli uccelli, rispettivamente di proprietà della Biblioteca Ambrosiana di Milano, della National Library di Londra e della Biblioteca Reale di Torino.
Del meraviglioso documento si possono ammirare in mostra tutti i fogli, recto e verso, che sono esposti in eleganti teche di corten. La loro lettura viene facilitata dal Codescope, un avanzato strumento digitale grazie al quale è possibile sfogliare, in rappresentazione digitale ad altissima risoluzione, tutte le pagine del manoscritto (con funzioni di ingrandimento, trascrizione/traduzione in inglese dei testi, rovesciamento speculare della scrittura mancina di Leonardo, ecc.). Il Codescope mette a disposizione dei visitatori un tutor che illustra in maniera sintetica, ma rigorosa, le tematiche più significative che vi vengono analizzate.
Il tema centrale dell’esposizione è comunque l’acqua. Leonardo svolse numerose indagini per comprenderne la natura, sfruttarne l’energia e controllarne i potenziali effetti rovinosi. “Il Codice Leicester – ha spiegato Gallozzi – è frutto di una mente protesa a raccogliere le sfide più complesse e a mettere in discussione le conclusioni stabilite dagli autori più accreditati della tradizione. Compilato nella fase più creativa della propria esistenza, nel cuore di una Firenze allora vera e propria ‘Scuola del Mondo’, il prezioso manoscritto documenta l’ossessione conoscitiva di Leonardo per l’elemento acqua, per i suoi movimenti vorticosi, per la forza plasmatrice e la potenza distruttrice che la caratterizzano. Con continui rimandi a Firenze, al suo impianto urbano e al suo fiume, risorsa e al tempo stesso minaccia per le comunità che ne popolano le rive. La mostra invita a compiere un viaggio in un tempo di visioni ardimentose, di progetti avveniristici, di manifestazioni del pensiero di inarrivabile genialità”.
“L’esposizione del Codice Leicester di Leonardo, insieme ad altri preziosissimi disegni e scritti del genio di Vinci – ha affermato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – dimostra il nostro impegno nel rendere accessibili tematiche molto complesse della ricerca scientifica, e nel contestualizzare episodi fondamentali di storia della scienza in una prospettiva del tutto contemporanea” – ricordando – che “al visitatore degli Uffizi è data inoltre l’opportunità, – unica e straordinaria – di mettere in rapporto uno dei caposaldi della trattatistica di Leonardo con la sua attività pittorica, nuovamente allestita nella sala che gli è stata dedicata alle Gallerie”.
Il Codice Leicester contiene riflessioni innovative anche su altri temi: soprattutto sulla costituzione materiale della Luna e sulla natura della sua luminosità, e sulla storia del pianeta Terra, nelle sue continue e radicali trasformazioni. Il Codice è un’opera fitta di annotazioni geniali e di disegni che Leonardo vergò in gran parte tra il 1504 e il 1508: una stagione davvero magica della storia di Firenze, con la presenza contemporanea in città di grandissimi personaggi delle lettere, delle arti e delle scienze, che Benvenuto Cellini battezzò “La Scuola del Mondo”.
Il percorso espositivo comincia con una serie di teche, sotto un pannello che pone la domanda se il da Vinci fosse “Uomo sanza lettere”. I volumi esposti dimostrano viceversa che era un lettore attento: Leonardo, ormai cinquantenne, conosceva fra i greci Platone, Aristotele, Strabone, Archimede, fra gli autori latini e medievali Frontino, Alberto Magno, Alberto di Sassonia, ma anche Dante Alighieri, Ristoro d’Arezzo e Cecco d’Ascoli.
Alla presenza dei preziosi manoscritti si aggiungono grandi pannelli e schermi digitali che narrano, anche con animazioni, del volo degli uccelli, dello scorrere dell’acqua dei fiumi e del moto ondoso dai mari, degli effetti delle maree, della luna, delle gocce d’acqua e delle bolle di sapone, del principio della costanza di flusso uguale sia nella confluenza di due fiumi che nell’organizzazione e funzionamento della circolazione sanguigna nell’uomo, del progetto avveniristico del canale navigabile sull’Arno da Firenze al mare, delle macchine per realizzarlo, per azionare una grande gru, per misurare le grandi distanze sul terreno.
L’allestimento è reso particolarmente suggestivo anche dalla proiezione sul pavimento del cadere di gocce d’acqua e dello scorrere dei ruscelli: il visitatore prova quasi l’effetto di immergervi i piedi, come il Cristo e il Battista che affondano nel fiume Giordano fino alle caviglie nel Battesimo di Cristo, dipinto da Leonardo insieme al maestro Verrocchio ed esposto, nella nuova sala dedicata al da Vinci, solo due piani sopra, agli Uffizi.
Alla fine del percorso, viene proiettato un video di circa 8 minuti, in italiano e in inglese, nel quale sono messe insieme le sue teorie sul ruolo dell’acqua nell’evoluzione del pianeta dalla preistoria ai tempi suoi.
La mostra è un progetto delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Galileo realizzato col determinante contributo di Fondazione CR Firenze.
”Fondazione CR Firenze – ha dichiarato il suo Presidente Umberto Tombari – è orgogliosa di partecipare ad una mostra di così grande importanza e di collaborare con due istituzioni di rilevanza mondiale quali Uffizi e Museo Galileo. Abbiamo sostenuto lo spettacolare apparato multimediale della mostra realizzato dal Museo Galileo per rendere fruibile il Codice soprattutto ai giovani e ai non esperti. La Fondazione sta impegnando tante energie e risorse nella formazione e nell’ educazione delle nuove generazioni; un compito che riteniamo fondamentale soprattutto in questo particolare momento”.